La ricetta di mobilità attiva a Valencia: nessuno è pigro

10 Maggio 2022
10 Maggio 2022 Irene Ivoi

La ricetta di mobilità attiva a Valencia: nessuno è pigro

Ero a Valencia per una vacanza di una settimana.

Avevo deciso di prenderla comoda e quindi, complice la mite stagione, una settimana ci stava tutta. Ma tutto potevo immaginarmi di questa città tranne che mi sarei trovata immersa in un reticolo di piste ciclabili onnipresenti.

Un’amica allora mi dice che l’assessore alla mobilità, nonché presidente della società che gestisce i trasporti pubblici, è un italiano: Giuseppe Grezzi.

Gli mando un’email chiedendogli 15 minuti per un’intervista. Era lunedì 2 maggio e dopo poche ore mi arriva un messaggio con una disponibilità ad incontrarci il giorno dopo.  

Non ci potevo credere.

In Italia per avere un appuntamento con un assessore nessuno si stupisce se ci vuole anche un mese.

Giuseppe Grezzi è arrivato in Comune rigorosamente in bicicletta, rivestito da uno scafandro di plastica perché pioveva a dirotto, ma lui imperterrito la usa per andare ovunque.

E così tra un caffè (per me) e una ricca merenda salata (per lui…ma in Spagna si usa così) abbiamo chiacchierato per ben più di 15 minuti.

Lui vive a Valencia da più di venti anni e la passione politica lo anima da sempre per cui questo è quello che gli piace fare ed è assessore dal 2015, dopo 24 anni di governo cittadino di destra, dentro una coalizione di sinistra che si chiama Compromìs che esiste solo lì.

La rivoluzione su due ruote era stata la grande scommessa su cui aveva giocato la sua campagna elettorale. Una volta arrivato al potere era impossibile sottrarsi.

+ 36% di rete ciclabile

La città ha ricevuto negli anni 40 milioni per concretizzare progetti di sostenibilità e dal 2015 ad ora le piste ciclabili sono aumentate del 36%, 40 km in più.

Attualmente 168 km in totale e la loro straordinarietà si apprezza guardando la loro mappa.

In pratica arrivi ovunque.

Copertura ciclabile e di qualità

Questo è uno dei segreti del loro successo dice Giuseppe Grezzi.

La copertura è fondamentale e la qualità idem: larghezza minimo 2,5m, e soprattutto lungo le corsie del traffico, attualmente quelle sui marciapiedi sono vecchie. Esiste poi l’anello del ciclista, la prima circonvallazione ciclabile di nuova generazione è stata inaugurata il 3 marzo 2017.

Il punto più frequentato in città è davanti alla stazione Xativa, a due passi dal palazzo comunale. E lì esiste un totem luminoso, aggiornato sempre, che in tempo reale ti dice quante biciclette sono passate in quel giorno, nell’anno e dal 2017. Numeri ghiotti che ti invogliano e con la tecnica del Timely (per dirla con linguaggio nudge) generano emulazione&imitazione.

Come si è passati dall’auto alla mobilità attiva a Valencia?

Traghettare i valenciani dall’auto alle due ruote non è stata una passeggiata.

Oggi la città appare frequentata da ciclisti felici ma non era così prima.

E l’argomento mi interessa molto perché generare dei cambi di comportamento in questo ambito è una sfida molto ambiziosa che si può traguardare anche con tecniche nudge.

Le risposte dell’assessore sono state chiarissime: le difficoltà e le critiche non sono mancate, anche da parte di esponenti del suo stesso partito. 

Ma attenzione: nessuno è pigro.

Da una parte serve porre limiti alle auto, altrimenti il cambiamento è quasi impossibile, ma parallelamente serve rendere la scelta della bici facile.

La bicicletta deve cioè diventare accessibile e comoda, permetterti di arrivare ovunque e in sicurezza.

Comunicare la mobilità attiva alle persone

Non è necessario spingerla come una scelta di sostenibilità, ai futuri utenti (quelli che potenzialmente possono lasciare l’auto) serve sapere che con essa puoi arrivare sicuro e davvero dappertutto.

La loro comunicazione a riguardo ha puntato molto nell’evidenziare con post e foto sui social media quanto puoi usare la bicicletta per arrivare fuori città, inventarti gite, portare bambini a scuola, spostare persone con handicap, gestire mansioni di vario genere (dalla spesa ai minitraslochi) e anche dove e come fare riparazioni che ovviamente si rendono via via necessarie.

Questi spunti, quando attingono alla realtà e coincidono con informazioni concrete, sono potenti e in cascata generano comportamenti emulativi e imitativi.

La sicurezza poi è uno dei focus cruciali

Tanta comunicazione è stata messa a terra per spiegare le accortezze da osservare: come allacciarsi bene il casco, non usare auricolari che ti isolano acusticamente, attenzione alla velocità, come vestirsi adeguatamente, e anche come chiuderla e che lucchetti usare per evitare furti.

Perché anche a Valencia esiste questo problema, come dappertutto, per cui stanno nascendo nuovi servizi di parcheggio protetto nei vari quartieri per offrire parking sicuri, a prezzi democratici, ai cittadini che non godono di aree private. 

E poi a Valencia la segnaletica è perfetta sia quella pavimentale che semaforica.

Insomma i ciclisti non sono cittadini di serie B rispetto a chi si sposta in auto.

Infatti lo slogan cittadino è

A Valencia la mia bici conta”.

Grezzi mi ricorda infatti che automobilisti e ciclisti vanno messi nelle condizioni di coesistere: le città sono state costruite per le macchine e un po’ meno per le persone, e quando le strade furono progettate le auto erano pochissime.

Adesso serve restituire la città alle persone e alle biciclette creando le condizioni per usarle, anche se all’inizio le bici sono poche.

Infatti una politica seria, capace di porsi questo obiettivo, deve scommettere su un futuro frequentato da più bici costruendo infrastrutture adeguate.

Solo così i ciclisti aumenteranno.

Oggi poi con i costi della benzina in salita (anche lì) scegliere la bici significa anche risparmiare quattrini.

Ecco in sintesi la ricetta della mobilità attiva a Valencia 

  • Infrastrutture di qualità
  • Comunicazione virale e con informazioni pratiche
  • Focus sulla sicurezza
  • Parcheggi più sicuri a prezzi democratici
  • Togliere progressivamente spazio alle auto

Il prossimo appuntamento a Valencia è la Bicifest (13-15 maggio) ma Giuseppe Grezzi sarà benvenuto in Italia il 26 e 27 maggio a Mobilitars. 

Volete scoprire qualcosa in più del nudge? Ne abbiamo parlato in questa intervista e nell’articolo “Economia della spinta gentile”, ma se volete fare una full immersion vi consiglio di dare uno sguardo al mio sito.

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Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, scrivo, parlo e penso per aziende e organizzazioni pubbliche e private.