L’inizio dell’anno è da sempre il momento in cui scopriamo quali saranno i trend digitali da tenere d’occhio oggi (e domani). Alcuni, da quando sono nati, sono rimasti sempre con noi, mentre altri sono diventati desueti nel giro di poco tempo. Mi ricordo il primo personal computer, che richiese una giornata per essere installato, un palmare regalato a mia madre negli anni zero e mai usato, il lettore dvd, il primo modem che faceva tututttu per connettersi.
I primi di gennaio del 2007 Steve Jobs presentò al mondo l’iPhone, una settimana più tardi Netflix annunciò il lancio della sua piattaforma di streaming video con un catalogo di 1000 film. Parlando di smartphone e facendo un focus sull’Italia, troviamo un dato importante nel report Digital 2022 di We Are Social: il 97,3% degli italiani ne ha uno. Parliamo di 1,3 smartphone per abitante (!), un’informazione che la dice lunga sulla nostra necessità (morbosità?) dell’essere e del voler essere sempre connessi. Scopriamo insieme i nuovi trend digitali del 2023 e quali sono i più interessanti da tenere d’occhio ora (e in futuro).
Nuovi trend del marketing digitale 2023: NFT e metaverso
Se già nel 2022 tra i trend digitali trovavano ampio spazio gli NFT e il metaverso, quest’anno utilizzeremo gli NFT in più di una situazione e ci butteremo nel metaverso senza paura. Piccolo excursus per chi non sa di cosa stiamo parlando: NFT (Non Fungible Token) è un contenuto digitale la cui origine, proprietà e vendita è certificata tramite tecnologia blockchain.
Un NFT può essere una foto, un’illustrazione, un video, un audio, un testo e così via e qualsiasi individuo, brand, azienda o artista può crearne uno. Perché è tra i trend digital da tenere d’occhio nel 2023? Perché permette di fare soldi, of course. Basti pensare, infatti, che gli NFT offrono agli artisti e ai produttori di contenuti una possibilità unica per guadagnare dai loro lavori: gli artisti, ad esempio, non devono più dipendere solo dalle aste o dalle gallerie per vendere la loro arte e possono vendere direttamente al pubblico tramite i marketplace, trattenendo anche una percentuale dei profitti dalle royalty. Inoltre, i diritti d’autore possono essere programmati in modo da far ricevere una quota delle vendite una volta che la loro opera viene venduta a un nuovo proprietario. Comodo, no?
Parlando invece dell’altro grande trend digitale del 2023, il metaverso, a che punto siamo? Al punto che ci siamo già dentro, al metaverso: proprio nel 2022 Microsoft ha integrato il metaverso nella sua piattaforma Teams e ha permesso agli utenti di fare riunioni di lavoro utilizzando i propri avatar. Non solo, perché dal report “Digital twins: The foundation of the enterprise metaverse” si evince che l’utilizzo dei digital twins (una copia virtuale di risorse fisiche, potenziali ed effettive che equivalgono a oggetti, processi, individui, luoghi, infrastrutture, sistemi e dispositivi a livello aziendale) può essere utilizzato per creare il metaverso aziendale del futuro.
Digital trend 2023: quanto è importante il social commerce?
Nell’emisfero occidentale i vari lockdown hanno dato una spinta incredibile all’e-commerce (+ 18% in due anni) e al suo sottoinsieme che si svolge sui social media. E, anche se il 60% degli utenti della Generazione Z negli Stati Uniti utilizza Instagram per scoprire nuovi marchi e prodotti, in realtà c’è stata un’inflessione di quello che, fino all’anno scorso, era considerato tra i trend digital in forte ascesa. Lo conferma il fatto che Meta abbia chiuso la sua funzione live commerce su Facebook, Instagram quella legata all’affiliate product tagging e che, sempre Instagram, abbia rimosso il suo Shop Tab.
L’economia in ascesa dei prodotti digitali
Nel maggio 2021, Gucci ha venduto una borsa virtuale per 4115$ durante un evento esclusivo su Roblox. La borsa non è un NFT e non può essere utilizzata al di fuori del gioco: è semplicemente un’iterazione digitale di un prodotto della maison, disponibile per l’acquisto una sola volta. Il fatto che la borsa digitale sia stata venduta a un prezzo più alto rispetto alla sua versione in pelle (che vale circa 3000€) testimonia il fatto che tra i trend 2023 da continuare a tenere d’occhio c’è quello legato agli articoli digitali, che hanno assunto un nuovo valore nell’economia dello status symbol. Secondo We Are Social, il 33% dei Gen Z hanno acquistato almeno una volta abbigliamento digitale o skin per i propri avatar. I grandi brand e gli avanguardisti del marketing di prodotto devono sicuramente guardare in questa direzione.
Trend nel digital marketing 2023: l’economia dei creators
L’economia dei creators vale oltre 100 miliardi di dollari ed è in continua ascesa. Tra i trend digitali del 2023 ci aspettiamo massicci investimenti da parte di TikTok, Instagram, Pinterest e LinkedIn in strumenti per consentire ai creators di entrare più facilmente in contatto con il proprio pubblico e di collaborare con i brand. Insomma, non solo l’influencer marketing è qui per restare, ma gode anche di ottima salute.
Tik Tok place to be
Tik Tok conquisterà il mondo: il social con oltre 1 miliardo di utenti attivi mensili mira a diventare una super-app, ovvero un’applicazione all-in-one che include social media, messaging, servizi, pagamenti e tutte quelle altre cose che si farebbero normalmente su internet. Una grande opportunità soprattutto per i brand, che devono obbligatoriamente includerlo nella loro strategia marketing. In che modo? Ne abbiamo parlato con Federico Rognoni, Tik Tok Strategist, qui e qui.
Trend digital 2023: il Social Learning, l’Edutainment e il rischio Fake News
I social storicamente erano il canale di approfondimento che veniva aperto dopo (o durante) la fruizione di un contenuto su schermi tradizionali (tv e cinema). Ad oggi si sono però trasformati in una fonte primaria di informazioni e notizie, dando vita ad un trend digital che, anche nel 2023, si prospetta sarà molto presente: quello del social learning, che apre scenari inediti per content creators divulgativi e giornalisti che si affacciano al far west delle newsletter e dei podcast personali.
“I social si sono trasformati da schermo secondario a fonte primaria di info e contenuti”
Il social learning è uno dei trend del marketing digitale del 2023 che presenta più sfide dal punto di vista culturale. Tradizionalmente, le piattaforme utilizzate per imparare da autodidatti o informarsi su nicchie specifiche erano Reddit e YouTube. Più recentemente abbiamo assistito all’aumento delle persone che utilizzano i social per imparare e informarsi. La Generazione Z, a livello globale, utilizza i social per imparare nuove abilità pratiche e il processo di apprendimento non si limita necessariamente ai social, ma sempre più spesso inizia da lì. Questo fenomeno ha portato alla nascita di player di social journalism (in Italia Will / Factanza / VD solo per citarne alcuni) e all’inclusione nella creators economy di molti giornalisti che si sono “messi in proprio” creando la propria community.
Tuttavia, la pratica di informarsi prevalentemente sui social aumenta esponenzialmente anche il rischio di esporsi a fake news, anche se, per fortuna, non crediamo più a tutto quello che leggiamo/vediamo/ascoltiamo (come, ad esempio, le strategie di marketing e di greenwashing utilizzate da alcune aziende). La differenza tra fatti ed opinioni e tra dati e menzogne è stata al centro del dibattito culturale negli ultimi anni e non può che restarci. La questione dell’alfabetizzazione digitale è fondamentale per lo sviluppo di una consapevolezza civica per i più giovani, ma soprattutto per i più anziani.
Dall’internet libero all’internet esclusivo
Quello del giornalismo regolato da paywall è un fenomeno che si iscrive nella più ampia tendenza al gatekeeping che stiamo osservando su internet negli ultimi anni. Stiamo assistendo ad una transizione da contenuti digitali gratuiti e accessibili ad un’economia di scarsità dove i contenuti migliori stanno dietro ad un paywall e quelli più esclusivi (NTF, digital luxury products per Roblox) diventano uno status symbol. C’è chi la definisce la gentrificazione dell’internet e il tema è potenzialmente molto più ampio: il rebranding di Meta riflette un’inquietante tendenza all’espansione esasperata delle tech companies e alla pericolosa privatizzazione della conoscenza tecnologica; in Europa e in USA si è tornati a discutere di Net Neutrality, il principio giuridico – ufficialmente abrogato nel 2018 – che definisce Internet un bene comune e che impedisce ai provider di servizi Internet e telefonici di bloccare, rallentare o far pagare differentemente l’accesso ai dati.
Quello che è certo è che il funzionamento della nostra società, cultura ed economia sta subendo un rapido cambiamento e sta generando un’evoluzione del nostro rapporto con il digitale. Stiamo assistendo ad una rivalutazione di quali aspetti della vita possono legittimamente svolgersi online, quali hanno bisogno di un’esperienza vissuta fisicamente, e – sempre più spesso – dove i due mondi possono sovrapporsi. Mentre entriamo in una nuova era di Internet, il futuro è incerto.
“Chi sta costruendo questi mondi e i sistemi al loro interno può condurci verso l’utopia o la distopia – o (molto probabilmente) un entroterra digitale a cavallo tra i due.”
Trend digital 2023: cosa succederà nella SEO
Iniziamo subito dicendo che, tra i trend SEO del 2023, continua ad esserci (e ci sarà sempre più) l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: utilizzare software AI aiuterà in varie fasi dell’implementazione di una strategia SEO, dalla ricerca delle parole chiave alla ottimizzazione dei contenuti. Il 2023, inoltre, sarà l’anno che confermerà definitivamente quanto la SEO sia importante (e presente) praticamente ovunque: nei video, nelle immagini, nella voce.
Il mezzo che su Google, e sugli altri motori di ricerca, permette di effettuare ricerche per immagini è sempre più utilizzato, così come lo sono gli assistenti vocali: per chi si occupa di SEO e di ottimizzazione dei contenuti questo sicuramente cambierà un bel po’ di cose. Prima di tutto, sarà importante assicurarsi che i propri paratesti e i propri media siano ben ottimizzati così da poter essere indicizzati dai motori di ricerca. Considerando, poi, la ricerca vocale, una buona pratica potrebbe essere quella di lavorare soprattutto sulle keyword longtail, ovvero quelle chiavi che hanno in genere tassi di conversione migliori.
Ancora più prioritario sarà, se ancora non lo si è fatto, concentrare i propri sforzi nella mobile SEO e cioè nell’ottimizzazione per mobile di siti e pagine web. Il tempo che le persone trascorrono online è, infatti, tempo che le persone trascorrono connessi soprattutto da dispositivi mobili, smartphone in primis. Garantire quindi un’ottima User Experience anche a chi naviga la versione mobile di un sito e di un contenuto è di fondamentale importanza, anche in considerazione del fatto che, al contrario di qualche anno fa, gran parte degli step che portano l’utente vicini alla conversione (o alla conversione stessa) vengono oggi portati a termine proprio da dispositivi mobili.
Un altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che, oggi (e sempre più) il tempo che gli utenti dedicano alle proprie ricerche online è più breve del passato e si aspettano, per questo, di trovare subito (se non immediatamente) le risposte che stanno cercando: non a caso Google ha promesso che conterà tra i fattori di ranking anche il tempo di lettura dei contenuti.
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