Come l’intelligenza artificiale generativa sta espandendo i confini delle industrie creative

12 Luglio 2023
Posted in Digital
12 Luglio 2023 Sottosopra Comunicazione

Come l’intelligenza artificiale generativa sta espandendo i confini delle industrie creative

Scrivere di intelligenza artificiale al massimo del suo hype è un lavoro di selezione e scrematura. Google Trends registra un interesse in costante crescita da 5 anni e infiniti articoli scientifici, giornalistici e scandalistici che spaziano dall’entusiasmo tecnocratico al monito apocalittico.

Oggi abbiamo deciso di restringere il campo alle potenzialità dell’AI Generativa (GAI) per le industrie culturali e creative, con un focus speciale sugli avanzamenti tecnici funzionali al settore pubblicitario (il nostro).

Che differenza c’è tra le diverse AI?
AI e video produzione
AI e grafica
AI e audio
AI e copy
AI e campagne pubblicitarie
Privacy, copyright e l’internet dei bot: le sfide dell’AI

AI, GAI e LLM. Quante intelligenze artificiali ci sono e come possono essere utili per le industrie creative?

Se l’AI ha come obiettivo quello di mimare l’intelligenza umana, ad esempio negli algoritmi dei social network, il Machine Learning (ML) si concentra sull’imparare dai dati, come nel caso di Google Translate e dei traduttori automatici. Le GAI sono invece intelligenze artificiali generative, che si suddividono in GAN e LLM. Le GAN (Generative Adversarial Network) sono un framework di due reti neurali che competono l’una contro l’altra per produrre risultati il più possibile appropriati. Vengono ad esempio usate nella produzione di immagini, ad esempio per far funzionare DALL-E. Invece i LLM (Large Language Model), generano nuovi dati rispecchiando quelli di partenza. GPT e ChatGPT sono esempi di LLM, e sono specializzati nella comprensione e nella generazione di testi simili alla prosa umana. 

AI e video produzione: dalla macchina del tempo ai portali interdimensionali

L’AI generativa ha un incredible potenziale di creazione di nuovi generi, impensabili fino a pochi mesi fa. Ad esempio gli show infiniti tipo Nothing, Forever, una parodia della sitcom Seinfeld in livestreaming, fatto di sequenze animate in 3D in uno stile kitsch e lofi, dove i personaggi interpretano script scritti da AI con voci generate attraverso la sintesi vocale.

Negli ultimi mesi anche il mondo della fan fiction ha espanso incredibilmente i suoi confini, rendendo possibile Harry Potter ambientato in Sicilia, in Brasile o con l’estetica di Balenciaga. Il mese scorso sono diventati virali i trailer in stile Wes Anderson di franchise popolari come Star Wars, il Signore degli Anelli e Avatar. Il tutto creato con Midjourney e ElevenLabs, un software di clonazione vocale.

Qui andiamo nel meta del meta: AI-Harry Potter nello stile di Wes Anderson

Miles Fisher è un attore e un creator che ha passato diversi anni impersonando il sosia di Tom Cruise e sperimentando (con successo) su YouTube, ma è dall’incontro con un un esperto di GAI che è nata l’idea di @DeepTomCruise, il deep fake dell’attore. La totale corrispondenza visiva con un Cruise trentacinquenne non sarebbe possibile senza l’AI, ma neanche senza l’esperienza attoriale di Fisher. Fisher è oggi a capo di Metaphysics.ai, un software di GAI in altissima qualità che viene utilizzato per le produzioni cinematografiche. Sia Tom Hanks che Harrison Ford sono stati ringiovaniti artificialmente per i loro due ultimi film, con risultati incredibili, possibili soltanto grazie all’interazione tra l’attore originale e la GAI.

“The technology has evolved to the point where to me, seems very realistic and I know that that is my face,” dice Ford. “It’s not a kind of Photoshop magic: that’s what I looked like 35 years ago, because Lucasfilm has every frame of film that we’ve made together over all of these years. And this process, this scientific mining of this library was put to good [use]…” 

Harrison Ford Intervistato da Deadline

Sia Wes Anderson che Tom Cruise sono stati interrogati sulla faccenda dal punto di vista dei diritti d’immagine, ma pare che l’avere un film in uscita sia più che sufficiente per lasciare pascolare libera la creatività di fan e creators.

Secondo Kevin Allocca, head of culture and trends di YouTube, l’intelligenza artificiale è un tool collaborativo per creator. Permette di migliorare la rapidità e la qualità della creazione. “It changes the shape of culture”. “È incredibile come la creatività abbia espanso i propri orizzonti. Ormai si può creare senza neanche avere una telecamera, o come hanno fatto i ragazzi di Corridor Crew, è possibile fare un passo in più e usare video per creare animazioni che creeranno anime, sostanzialmente raggiungendo livelli di produzione dell’industria cinematografica”.

“To succed you need to be an amazing storyteller, that is not easily replicated! But the boundaries of creativity for these amazing storytellers are constantly expanding”

Kevin Allocca, head of culture and trends di YouTube

AI tools per video makers

Dai plug in per Premiere che tagliano i silenzi ai tool che sistemano automaticamente color correction, noise reduction e stabilizzazione dell’immagine, l’offerta è veramente ampia per velocizzare gli editing più monotoni. Qui una buona selezione di software e plug-in per video makers.

 

AI per i grafici: Photoshop on steroids

Di AI generativa e grafica ne avevamo già ampiamente discusso qui, ma nel frattempo Adobe ha rilasciato la nuova versione di Photoshop completa di un tool integrato di GAI. I risultati sono piuttosto incredibili, particolarmente se pensati in termini di automazioni in ambito pubblicitario. Due esempi su tutti: creare mock up ambientati e campagne multisoggetto non è mai stato così veloce!

Ma ecco altri esempi creativi: La creazione di meta-meme mettendo insieme due meme diversi e chiedendo a Photoshop di riempiere gli spazi per creare un nuovo super meme; e chiedere alla GAI di “colorare il quadro” disegnando l’intorno di opere famose con lo stesso stile, con risultati abbastanza impressionanti.

AI tools per graphic designers

Con l’aiuto di strumenti basati sull’intelligenza artificiale, i grafici possono velocizzare esponenzialmente le tempistiche per scontornare, ridimensionare, lavorare su molti file tutti insieme, correggere bianco e colore. Qui una buona selezione di software AI per grafici.

AI per gli audio producers e per l’industria musicale

Il mese scorso, un produttore anonimo noto come “Ghostwriter” ha presentato una nuova canzone di Drake e The Weekend. Si chiama “Heart On My Sleeve” ed è stata creata con una GAI vocale. Secondo un’intervista di Vice ad un truffatore che vende false demo di Frank Ocean, le odierne banche dati vocali fai-da-te si basano sulle registrazioni esistenti dei cantanti. È possibile dargli in pasto una clip di se stessi mentre si canta una canzone e il software tenterà di sostituire i nostri fonemi con quelli dell’artista prescelto. Ma come già anticipato nel paragrafo della creazione di video, il software non compone melodie, non corregge il ritmo, non crea testi né rime e non è in grado di improvvisare in modo efficace, ma può modificare e migliorare tutte queste cose. Sostanzialmente una sorta di make up sonoro.

L’intelligenza artificiale in campo musicale pone ovviamente grossi dilemmi in termini di copyright. “Heart On My Sleeve” è stata immediatamente ritirata dai servizi di streaming (ma viene regolarmente ricaricata su YouTube nonostante gli sforzi di Universal) ma nel frattempo Grimes incoraggia i musicisti a usare la sua voce per fare musica.

Per gli appassionati, qui c’è tutta la storia di come la tecnologia generativa ha influenzato la musica sin dagli anni ’80 e un nostro articolo su come l’AI di Spotify influenza i nostri gusti musicali.

Uscendo dal settore musicale ma rimanendo in quello dell’audio, lo YouTuber più seguito al mondo, Mr Beast, è noto per usare l’AI per doppiare i suoi video in lingue diverse e aumentare esponenzialmente la crescita del suo pubblico multilingue. Ad esempio questo video è doppiato in 14 lingue diverse.

AI tools per podcasters

I servizi di trascrizione basati sull’intelligenza artificiale possono convertire i contenuti audio in testo, semplificando e velocizzando la ricerca e l’editing, mentre software come Soundraw possono migliorare il sound design. Gli algoritmi AI possono analizzare i modelli d’ascolto, le preferenze e i dati degli utenti per fornire consigli personalizzati ai professionisti del podcast. Qui una buona selezione di AI tools per il podcasting.

AI tools per musicisti

Nel settore musicale l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati ed estrarre trend e melodie più efficaci di altre, oppure può complementare la creatività dei musicisti algoritmi creando ispirazioni di composizione, genere e stile. Oltre al già citato software vocale ElevenLabs, ecco una buona selezione di AI tools per la produzione musicale.

AI per copywriters e social media managers

Nel mondo del copy, la GAI può svolgere varie funzioni più o meno creative. Noi abbiamo provato ad usarla per scrivere un articolo del nostro blog, ma far scrivere ad una GAI dei testi articolati e di spessore è piuttosto complesso e richiede vari passaggi di perfezionamento a colpi di prompt. I veri plus si riscontrano nella trascrizione audio/video, nella creazione di sottotitoli e nella sintesi vocale. ChatGPT è utile per sintetizzare lunghi testi da utilizzare come fonte (anche se tende a semplificare troppo le argomentazioni complesse); per la creazione di metadescrizioni e alt tag per il SEO; per sintetizzare un articolo del blog in un post; per creare titoli brevi ed efficaci per newsletter, video YouTube, hook per il social media marketing. Qui una lista dei tool attualmente disponibili sul mercato, con i prezzi.

AI per le agenzie di comunicazione

Volevamo portare anche alcuni esempi specifici di campagne generate con la GAI. Qui una pubblicità della Volkswagen in Brasile, che con un deepfake riporta in vita Elis Regina, la celebre cantante carioca deceduta nel 1982.

Qui una (fittizia) campagna OOH di Maybelline, dove una locomotiva della metropolitana e un autobus cittadino muniti di ciglia passano sotto a gigantesche spazzole di mascara alle fermate. Impatto: 100 (18 milioni di visualizzazioni in 48h), costo: quasi 0.

In questo botta e risposta tipico dei colossi del fast food, Mac Donald, KFC e Subway si sfidano a colpi di domande a ChatGPT su chi abbia il panino più iconico, il più grosso e il più lungo. A dimostrazione che anche le magie dell’AI generativa possono poco niente contro la vibe da maschio etero che aleggia in tantissime agenzie creative.

Le sfide delle GAI nel settore creativo

Non è tutto oro quel che luccica! Questo paragrafo ha di per sé abbastanza materiale per un articolo a parte, ma citiamo qualche spunto per chi volesse approfondire.

Sembra che Google stia lavorando contro la sua stessa essenza cercando di mandare in pensione la SERP. Twitter si è ammutinata ed è in balìa di bot e finti profili verificati. C’è la junkification di Amazon e la enshittification di TikTok. I licenziamenti stanno sventrando i media online. Gli annunci di lavoro per “Editor AI” prevedono “un output di 200-250 articoli a settimana“. Secondo un recente studio, il 52% del traffico web totale sarebbe generato da da bot e per bot. ChatGPT viene utilizzato per generare interi siti di spam. Etsy è invasa da “AI-generated junk“. I chatbot si citano a vicenda in un circolo vizioso di disinformazione. LinkedIn utilizza l’intelligenza artificiale per stimolare gli utenti stanchi. Snapchat e Instagram sperano che i bot parlino con noi quando i nostri amici non lo fanno. I prodotti culturali generati da umani diventeranno una rarità? Nel frattempo gli utenti di Reddit tirano su le barricate. I moderatori di Stack Overflow sono in sciopero. Internet Archive sta combattendo contro i data scrapers e l’intelligenza artificiale si sta mangiando Wikipedia.

Parafrasando Gramsci: “Il vecchio internet sta morendo, quello nuovo tarda a comparire e in questo chiaroscuro nascono i mostri.”

AI e mercato del lavoro creativo

Se le obiezioni tipo “l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro” suonano un po’ Salviniane e reazionarie (vi ricordate quando si temeva che la fotografia avrebbe fatto estinguere i pittori?!), l’AI pone dei grossi problemi in termini di copyright e di tutela dei lavoratori. Sta infatti emergendo una vasta sottoclasse di lavoratori localizzati nei paesi in via di sviluppo, che compiono migliaia di task ripetitive e decontestualizzate per istruire le AI e permettergli di automatizzare le nostre attività tediose e ripetitive. Male. Molto male.

Policy e democrazia dell’intelligenza artificiale

Chi detiene il potere nel settore dell’intelligenza artificiale? Chi sono i player principali? Come la monetizzeranno? La ricerca sull’AI è sostanzialmente controllata da privati, forse queso crea un problema? Le grandi piattaforme che diventano ogni giorno più egemoniche e qui c’è una interessantissima selezione di articoli che esplorano questi temi.

Sicurezza e privacy dei dati

Da dove arrivano i pantagruelici archivi di dati che vengono dati in pasto alle AI per istruirle? L’unione europea sta cercando di regolare il settore, chiedendo trasparenza per gli utenti ove possibile.

Che scorpacciata di info eh? Promettiamo che la vagonata di link e spunti contenuti in questo articolo non arrivano da ChatGPT ma dalla genuina passione che ci motiva a restare sul pezzo nel nostro settore. E se ancora non ne avete abbastanza, ecco qualche ultima perla sfusa:

Per approfondire:

Parla con l’AI di Gesù, ti ascolta e ha una buona parola per te h24!

Qui invece puoi parlare con Stalin, ma sappi che la morte non ne ha ammorbidito le posizioni.

Video: Intervista a Miles Fisher aka Deep Tom Cruise

Video: Intervista a Kevin Allocca, head of culture and trends su YouTube

Quanto consuma l’AI?

L’inquietante quotidianità della classe operaia che tiene in piedi l’industria dell’AI

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