Che aria tira a Milano? Il polverone è passato, le polveri sottili restano.

11 Aprile 2024 Sottosopra Comunicazione

Che aria tira a Milano? Il polverone è passato, le polveri sottili restano.

Arriviamo da mesi in cui la qualità dell’aria di Milano è stata molto scarsa, addirittura tacciata di essere più inquinata di quella di Dehli e Giacarta (era cattiva, ma non così cattiva).

A inizio anno molti (spesso non nativi della Pianura Padana) lamentavano miasmi cittadini inaffrontabili e paventavano fughe dalla città rendendo l’aria di Milano un fenomeno virale sui social.

La Dyson, che curiosamente produce purificatori per interni, lanciava l’allarme: “Le case di Milano sono ancora più inquinate delle strade!”

Al netto delle polemiche, il dato è che a febbraio il PM10 di Milano è stato regolarmente tra i 73 e i 122 μg/m3 (microgrammi per metro cubo, ben oltre il limite dei 50 μg/m3 della legge italiana).

Aria di Milano inquinata: la soluzione è scappare in provincia?

Insomma, a casa non tira una bella aria, ma noi native della pianura più inquinata d’Europa temiamo ahinoi che scappare nella verde Cernusco sul Naviglio non è un’opzione migliorativa. Ci ricordiamo anche cos’era Milano e il suo hinterland negli anni ’80 e ’90, non rimpiangiamo la nebbia e lo smog, la benzina rossa e i riscaldamenti a gasolio (ce ne sono ancora un migliaio in città), le macchine e i parcheggi in Via Dante, le prime battaglie dei Genitori Antismog.

Per questo abbiamo chiesto al Gloria Pellone, Project Coordinator di Cittadini per l’aria di aiutarci a fare chiarezza sulla salute della nostra città e dei suoi abitanti. A che punto siamo? Quanto dobbiamo preoccuparci per noi e per le nuove generazioni? Come possiamo fare di più? La soluzione è la villetta a Cernusco? Scopriamolo insieme.

milano qualità dell'aria

L’app dell’Agenzia Europea per l’Ambiente usa l’indice standard “European Air Quality Index” per uniformare i dati europei sulla qualità dell’aria. 

L’effettiva qualità dell’aria a Milano: cosa dicono i Cittadini per l’Aria

L’OMS raccomanda livelli medi annui di PM2.5 inferiori ai 50 μg/m3. Il 98% degli europei vive oltre questa soglia. In Italia, la situazione è eterogenea: in molte zone la concentrazione media è il doppio di quella raccomandata e il 18% della popolazione vive addirittura in zone dove il PM2.5 è di 4 volte il valore limite indicato dall’OMS.

L’ultima classifica ufficiale sulla qualità dell’aria, stilata dall’Agenzia dell’Ambiente Europea nel 2021-2022, ha coinvolto quasi 375 città europee. In fondo alla classifica troviamo diversi capoluoghi del Nord Italia: Milano è al 349esimo posto in compagnia di Torino (347). Il resto della Pianura Padana riesce persino a fare peggio: in coda troviamo Cremona, Padova, Brescia, Bergamo e Alessandria, in compagnia di città polacche e croate alimentate a carbone e nei paraggi di grosse raffinerie.

qualità dell'aria milano

Consulta la mappa interattiva della qualità dell’aria europea, con i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente

Cosa sono le polveri sottili?

Le polveri sottili sono polveri inquinanti composte da pulviscolo molto fine, talmente leggero da rimanere facilmente sospeso in aria e quindi respirato. Le polveri più comuni nella nostra città sono il PM10 e il PM2.5, con Gloria Pellone di Cittadini per L’aria abbiamo cercato le cause della loro presenza in città.
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I dati interattivi dell’ARPA sulle rilevazioni del 2021

I principali inquinanti atmosferici

I livelli di inquinamento in Pianura Padana sono paragonabili solo alla situazione est europea, ma da cosa è composto l’inquinamento dell’aria di Milano città e da cosa deriva?

Gloria Pellone: I principali gas inquinanti prodotti a Milano sono il biossido d’azoto (NOx), il PM10 e il PM2.5.

  • Il NOx deriva dai gas di scarico del trasporto su strada (66%)
  • Il PM2.5 principalmente dal trasporto su strada (38%) e il dalla combustione del legno (26%)
  • Il PM10 dal trasporto su strada (44%) e dalla combustione del legno (22%)

Il tema del legno è interessante, leggevamo che ad esempio a Torino le emissioni (gli inquinanti emessi nell’aria) derivanti dalla combustione del legno sono il 4%, tuttavia le immissioni (quello che effettivamente arriva nei polmoni) sono del 40%. Ergo la combustione del legno è controintuitivamente molto inquinante e gli inquinanti dell’aria che produce si spostano dalle campagne alle città.

Gloria Pellone: Esatto, è un tipo di inquinante ambientale che deriva dall’uso di caminetti nelle zone extraurbane e dall’agricoltura. L’agricoltura intensiva produce anche ammoniaca, che in combinazione con altri inquinanti si traduce poi in polveri sottili. La scarsa circolazione dell’aria in Pianura Padana fa il resto.

C’è differenza tra camminare in una strada trafficata o in una parallela nel parco nella stessa città?

GP: Si! L’anno scorso abbiamo attivato una campagna di cittadinanza partecipata a cui hanno partecipato 1500 cittadini, campionando l’aria di Milano. I risultati ci dicono che c’è differenza anche tra la strada e il cortile interno, nell’ordine di 15 μg/m3 di NO2 in meno. La differenza tra una strada trafficata come Viale Brianza e l’adiacente strada scolastica Via Beroldo è di -20 μg/m3! Calcolando che la media mensile durante le rilevazioni è stata di 47 μg/m3, le strade scolastiche arrivano quasi a dimezzare l’inquinamento dell’atmosfera che respirano i bambini.

[L’OMS raccomanda una dose massima di 10 μg/m3, mentre il limite EU è 40 μg/m3 (NdR)]

D’aria cattiva si muore? E che succede all’umore?

Nel 2019, l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato 63k morti premature attribuibili alla qualità aria in Italia. Un numero spaventoso ma tuttavia in drastico calo rispetto al 2009 (81k, -22%). Come si definisce esattamente una morte prematura da inquinamento?

GP: Si contano i decessi attribuibili, ovvero il tasso di mortalità della popolazione che potrebbe essere evitato riducendo o rimuovendo un certo fattore di rischio. L’obiettivo 2030 dell’Unione è dimezzare le morti premature per inquinamento dell’aria rispetto 2005.

Quali sono i principali danni per la salute causati dagli inquinanti dell’aria?

GP: Principalmente

  • infarti
  • ictus
  • asma (insorgenza e aggravamento)
  • maggior rischio di tumore al seno o recidiva
  • mortalità prematura

Come varia l’esposizione agli inquinanti per i bambini piccoli? E per gli anziani?

GP: I bambini sono maggiormente esposti all’inquinamento per via della loro bassa statura (sono più vicini alla fonte inquinante) e dei loro organi ancora in via di sviluppo. Purtroppo gli studi dicono che gli inquinanti dell’aria possono anche avere conseguenze sullo sviluppo cognitivo dei bambini. Negli anziani si osserva invece una maggiore insorgenza di demenza senile e un aggravamento generale delle condizioni preesistenti.

Anche se l’aria è molto migliorata negli ultimi decenni – sono dimezzate le concentrazioni medie annuali di monossido di azoto, di zolfo e benzene – e abbiamo maggiore consapevolezza e più informazioni del signore del Passo del Turchino, l’ansia percepita è alta. È giustificata? Quanto impatta sulla qualità della vita?

GP: L’UNIMI e l’Università di Padova hanno avviato quest’anno il progetto “Cervello in fumo” che studia la relazione tra inquinamento e benessere mentale. Più di 300 persone a Milano hanno indossato un campionatore dell’aria per due mesi, compilando quotidianamente test per misurare la rapidità della risposta cognitiva e umorale. I risultati usciranno alla fine dell’anno, ma studi precedenti svolti a Milano hanno ad esempio indicato un’aggravarsi dei sintomi di chi soffre di disturbo bipolare (gli accessi in ospedale aumentavano durante ai picchi di aria inquinata).

L’aria è una questione politica

Una volta ci dicevano di non portare fuori i nostri figli, di non uscire di casa, di non fare attività sportiva all’aperto, hanno tentato le targhe alterne e le domeniche a piedi. Ora si dice poco e niente, abbiamo esaurito le idee per promuovere la salute dei cittadini?

GP: I politici secondo me dicono ancora troppo spesso “state a casa e tenente dentro i bambini” responsabilizzando cosi il singolo e deresponsabilizzando le politiche. Ci sarebbero molte strategie da cui prendere esempio e applicare sia per il breve periodo che per il lungo corso, ma ci si occupa poco e male del tema. L’Italia ha ricevuto tre condanne dall’UE per il superamento sistematico dei limiti degli inquinanti e per una mancanza di strategia a riguardo.

Restando a Milano, trovo che il Comune avrebbe potuto cogliere l’occasione del caso mediatico di inizio anno sulla qualità dell’aria di Milano per spiegare meglio l’Area B e C o per chiedere maggiori finanziamenti al governo lombardo per il trasporto pubblico.

Serve una comunicazione istituzionale più efficace sul tema della qualità dell’aria.

Ti lanciamo una provocazione, se tutta la pianura padana è inquinata, a cosa serve prendere misure locali?

GP: Come per la lotta al cambiamento climatico: non si può lavarsene le mani pensando che tanto c’è un problema più grande. Partiamo da quello che possiamo controllare e che può fare la differenza, ad esempio diminuire il traffico veicolare.

Qualche consiglio quotidiano per non respirare troppa aria cattiva

Nella loro guida di sopravvivenza all’aria inquinata, i divulgatori scientifici Menietti e Mautino dispensano alcuni consigli pratici per districarsi nelle giornate più inquinate. Ecco i più utili.

Si può uscire a correre?

Ognuno deve fare la propria stima rischi / benefici. Nei giorni in cui l’aria è molto inquinata, la concentrazione di polveri sottili è maggiore nelle ore pomeridiane e serali. Invece che eliminare l’allenamento si può quindi scegliere di farlo in orario mattutino (o fare attività fisica in casa).

Le mascherine all’aperto servono a qualcosa?

Le ricerche in Cina e in India non hanno dato risultati certi sull’utilità. Le mascherine FFP2 possono fare la loro parte con il particolato più grossolano (PM10), ma solo se cambiate spesso e indossate correttamente. Le chirurgiche purtroppo servono a poco, a causa della scarsa adesione della mascherina alla pelle.

La qualità aria dentro casa è sempre meglio di quella esterna?

Non è detto! Cambiare l’aria è fondamentale: respirare, cucinare, pulire e la polvere possono appesantire l’aria. Aprire le finestre regolarmente è necessario a far uscire l’inquinamento interno. In caso di giornate particolarmente inquinate, si consiglia di aprire le finestre al mattino e poi brevemente più volte durante la giornata, magari privilegiando le finestre che affacciano su vie poco trafficate o su cortili interni.

I depuratori d’aria funzionano?

I dati sull’efficacia di questi dispositivi sono positivi, migliorano la qualità dell’aria casalinga. Ma la loro efficacia dipende comunque dalla geometria della stanza e dal tempo di utilizzo. I filtri vanno puliti periodicamente e cambiati una volta l’anno. Meglio posizionarli nella stanza che si usa di più, lasciandogli spazio libero attorno.

Cosa possiamo fare noi cittadini?

In questi giorni a Milano si tiene la Ministeriale Trasporti del G7, una serie di meeting per fare il punto su come i Paesi del G7 intendono affrontare le sfide del futuro della mobilità.

Nel frattempo, il nuovo codice della strada siglato dal ministro Salvini è stato approvato alla Camera dei Deputati nonostante le critiche di circa quattrocento urbanisti ed esperti, il mail bombing di migliaia di cittadini. le ripetute manifestazioni in tutta Italia e ora la lettera delle associazioni dei familiari di vittime stradali inviata al Senato.
Le nuove norme

  • non affrontano la principale causa di morte sulle strade, la velocità
  • boicottano la mobilità sostenibile
  • rendono più difficili i controlli per velocità e sosta abusiva
  • diminuiscono le multe per i limiti di velocità e transito in ZTL e aree pedonali
  • tolgono autonomia ai Comuni per realizzare Zone 30, ZTL e Aree Pedonali

In soldoni, rendono il percorso verso la “città delle persone” sempre più in salita. La cittadinanza attiva è l’arma più grande per far sentire la nostra voce:

– Scopri come partecipare alle attività di Cittadini per l’aria qui.

– Partecipa alla manifestazione nazionale contro il nuovo Codice della Strada sabato 13 aprile in Corso Venezia a Milano. La strada non sarà quella che vuole Salvini, ma quella che vogliono le persone per sentirsi più sicure nella loro città.

 

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