Perché parcheggiare una bicicletta è molto di più che un semplice “cercare parcheggio”
17/12/2025
La bicicletta è un mezzo agile, veloce, sostenibile. Eppure gli ostacoli al suo uso non stanno solo nel traffico o nei percorsi mancanti, ma anche nel gesto più semplice: avere un posto sicuro dove parcheggiarla. Questo avviene perché nell’immaginario comune la bicicletta è ancora poco valorizzata e viene vista come un mezzo “leggero”, che esiste quasi per caso e che non ha bisogno di spazi propri. Per questo sembra normale vederla legata a pali e ringhiere, come se non avesse diritto anch’essa ad un parcheggio apposito nello spazio pubblico.
Se già muoversi in città in bicicletta è dunque un percorso a ostacoli, parcheggiarla è a sua volta una sfida quotidiana che richiede tempo e spesso anche una buona dose di pazienza. Ma questa non può essere la normalità: chi pedala deve superare la rassegnazione di non avere diritto a uno spazio per sé, e un aiuto può venire dal conoscere quanto le infrastrutture adeguate possano fare la differenza. Partendo anche dal semplice modello di rastrelliera.
Parcheggi bici: ce ne sono di tutti i tipi
Le rastrelliere sono di tantissimi tipi e anche se elencarle può sembrare ridondante, in realtà conoscere i modelli a disposizione può aiutare i ciclisti ad orientarsi nei loro percorsi.

La scelta è vastissima e i modelli adottati sono diversi a seconda dei paesi: ci sono le rastrelliere a pavimento, facili da installare, modulari e capaci di accogliere più biciclette in spazi ridotti. Ci sono le strutture verticali o a colonna, anche queste progettate per ottimizzare lo spazio a disposizione. Questi modelli vengono installati sulla carreggiata, sul marciapiede o nelle ciclostazioni, del contesto e della necessità. Ci sono poi i parcheggi coperti o custoditi che offrono un livello di protezione superiore contro furti e intemperie. Ogni soluzione risponde a esigenze diverse e contribuisce a rendere la città più accogliente per chi si sposta in bicicletta.
Cosa sono le rastrelliere
Le rastrelliere sono strutture progettate per parcheggiare e fissare le biciclette in sicurezza. Consentono di legare la bici con un’inclinazione che varia a seconda del modello, e di legarla con lucchetti o catene per prevenire furti. Le rastrelliera (nei suoi diversi modelli) offre sicurezza e ordine, perché lo spettacolo di biciclette legate a pali o ringhiere non è certo piacevole.
Questa struttura può essere installata in piazze, stazioni, scuole, uffici e ovunque ci siano le condizioni adeguate. Naturalmente, bisogna anche considerare alcuni aspetti pratici: la manutenzione e il costo di installazione, come avviene per tutti gli arredi urbani. Alcuni modelli possono risultare incompatibili con certe biciclette, come le cargo bike o le e-bike con ruote più grandi della norma, mentre altri, come il portabiciclette ad arco, sono adatti anche a queste tipologie. Infine, essendo generalmente collocate all’aperto, le rastrelliere non proteggono la bici dalla pioggia o da altri eventi atmosferici.
Stalli bici
Rastrelliera e stalli possono sembrare sinonimi ma non lo sono. Se la rastrelliera è la struttura fisica che sostiene e mette in sicurezza la bici, lo stallo è il singolo posto assegnato dove la bici va parcheggiata.
La rastrelliera si valuta anche dalla capacità di offrire degli stalli ottimizzando lo spazio: secondo l’Osservatorio sulla Mobilità Ciclistica il modello “Verona” ospita fino a 10 bici in un posto auto ed è una struttura modulabile: si possono avere 8 biciclette distribuite su due moduli da 4 posti, o una versione da 2,5 metri in grado di offrire fino a 10 posti bici su una superficie pari a quella occupata da un solo parcheggio auto.
Ciclostazioni coperte
Le abbiamo viste in moltissime città, le abbiamo volute a Milano e ora eccole qua: dallo scorso settembre 2025 sono state aperte 6 nuove velostazioni che si sono aggiunte alle 3 già esistenti (Cordusio, Abbiategrasso, Comasina) per una capienza di circa 150 bici ciascuna. Per accedere alle strutture si deve usare l’app di Weelo, anche se la procedura non è la stessa in tutte le stazioni. Il tempo di parcheggio prevede le prime due ore gratuite e le successive a 0,50 Euro.
Ma cosa sono esattamente le ciclostazioni? Sono strutture dedicate interamente ai ciclisti, pensate per fornire parcheggio sicuro e coperto e per offrire anche un riparo dagli agenti atmosferici. Le ciclostazioni hanno un ruolo fondamentale nella mobilità intermodale, si trovano infatti presso le stazioni ferroviarie, i nodi di trasporto pubblico o altri luoghi ad alta frequentazione.

Se i vantaggi delle ciclostazioni sono moltissimi – sicurezza, intermodalità, protezione dalle intemperie – esistono anche ostacoli che scoraggiano le amministrazioni a realizzarle. Innanzitutto la costruzione e manutenzione di una ciclostazione coperta e custodita ha un costo elevato. Servono poi aree ampie che non sempre sono disponibili o ricavabili dallo spazio urbano. Un ultimo elemento cruciale riguarda la localizzazione: una ciclostazione deve trovarsi in punti strategici della città altrimenti rischia di essere poco utilizzata, vanificando l’investimento.
Parcheggi custoditi e Bike Hub (modelli europei)
L’Europa, si sa, è più avanti dell’Italia nell’incentivare l’uso della bicicletta: infrastrutture dedicate, una consolidata cultura della mobilità sostenibile, più spazio pubblico destinato a chi pedala. In particolare i Paesi nordici offrono un modello da cui prendere esempio sia per la qualità delle piste ciclabili che per le politiche urbane di sostenibilità. Vale la pena citare qualche esempio emblematico di ciclostazioni:
Stationsplein Bicycle Parking – Utrecht (Paesi Bassi)
È considerato il parcheggio per biciclette più grande del mondo. La struttura è sotterranea, sotto la piazza della Stazione Centrale, si sviluppa su tre livelli e ha una capienza di circa 12.500 biciclette. Un numero inimmaginabile per noi che siamo ancora “rimasti al palo” a cui legare la bicicletta. La ciclostazione include rastrelliere di ogni tipo, corridoi per muoversi in bici all’interno, accesso facile, segnaletica, e spesso servizi extra come officine, noleggi, collegamenti con mezzi pubblici — rendendolo un vero e proprio hub per la mobilità urbana. È collegata ai treni e incentiva quindi l’intermodalità.
Den Haag Bicycle Parking Garage – L’Aia (Paesi Bassi)
Con i suoi 8000 posti questo garage sotterraneo è il secondo più grande al mondo. Questa struttura offre servizi integrati: parcheggio, accesso comodo e soprattutto collegamento diretto alla stazione. chiave questa per rendere la mobilità urbana efficiente e la bicicletta competitiva.
Come si progetta un parcheggio bici fatto bene?
Per costruire un parcheggio “fatto bene” non basta il lavoro dei tecnici: ci vuole volontà politica e ascolto dei cittadini. È inutile realizzare un posto bici in un luogo non adatto, perché magari isolato o poco sicuro. Non basta disporre di risorse e progetti: è necessario un processo partecipativo. Questo vale per i parcheggi, per la costruzione di una velostazione o di una pista ciclabile.
Un’amministrazione che vuole fare la differenza deve quindi sedersi intorno a un tavolo con tutti gli attori interessati, mettendo la bicicletta al centro della strategia di mobilità.
Dal punto di vista tecnico le soluzioni basilari da realizzare sono diverse:
- individuare posizione strategica di un parcheggio di biciclette sia all’interno dei quartieri che in zone di alta frequenza quali stazioni, centri commerciali, zone lavorative e soprattutto in posizioni “approvate” da chi usa davvero la bici
- massimizzare l’efficienza del parcheggio che deve essere user friendly
- garantire una buona illuminazione, che facilità la visibilità nelle ore notturne e riduce la probabilità dei furti e vandalismi
- installare sistema di videosorveglianza, che è un’altra misura per aumentare la sicurezza
- garantire l’accessibilità alla struttura H24, in modo da permettere di recuperare la bici in qualsiasi momento, cosa che la rende competitiva rispetto ai mezzi pubblici
- usare App di mobilità integrata come Citymapper o Moovit, che aiutano a muoversi in città fornendo percorsi ottimizzati, orari in tempo reale e avvisi su ritardi o interruzioni, rendendo gli spostamenti urbani più semplici e sicuri.
Dove mancano i parcheggi bici? (spoiler: quasi ovunque)
Perché stiamo parlando di parcheggi bici a Milano? Perché è una città dove il dibattito sulla mobilità è molto acceso, dove si discute di traffico, smog, parcheggi, mobilità ciclabile e trasporto pubblico, con confronti, tavoli partecipativi, lavoro delle associazioni.
Milano è un osservatorio particolarmente rilevante per capire come si sta evolvendo il lavoro sulla mobilità urbana, soprattutto in Italia. Parlando di parcheggi bici, è sufficiente un’osservazione empirica (quante bici ancora legate ai pali?) dello spazio urbano per rilevare come la distribuzione delle rastrelliere per biciclette non sia uniforme sul territorio e come la loro quantità risulti largamente insufficiente rispetto alla domanda potenziale. Per quanto riguarda poi il servizio Bikemi, la Carta della Mobilità ATM rileva che le stazioni di biciclette sono 325 “per un totale di oltre 9.500 stalli di presa/rilascio e sono ubicate in centro, nei pressi dei principali luoghi di interesse e in altre aree strategiche di Milano. Questo significa che si tratta di un servizio complessivamente efficace, ma con una copertura territoriale limitata, concentrata solo in alcune zone della città..
Aziende e bike to work: si può fare di più?
Il Bike to Work è un’ottima iniziativa per promuovere la mobilità sostenibile. Le aziende hanno un ruolo cruciale nel cambio culturale e sostenibile della città. Potrebbero essere proprio loro a sostenere, promuovere e farsi carico della manutenzione (oltre che dell’installazione) di rastrelliere e velostazioni.

Le idee sarebbero tantissime: per incoraggiare i propri dipendenti a recarsi al lavoro in ufficio in bicicletta potrebbero offrire parcheggi dedicati, armadietti, docce, eventi interni, challenge tra dipendenti. La cultura della bicicletta in azienda può essere ulteriormente rafforzata attraverso i corsi per Mobility Manager, come quelli organizzati a Milano per la prima volta dai Genitori Antismog che formano professionisti capaci di lavorare sulla logistica e gli spostamenti dei dipendenti. Ma cosa stanno aspettando? Sarebbe ora che le aziende prendessero sul serio il bike to work e si dotassero di “bike to work ambassadors” per rendere più attraente il commuting a pedali.
Parcheggi sicuri per le bici: gli esempi da copiare
A Milano, installare una rastrelliera destinata ad uso pubblico può essere richiesta da soggetti pubblici diversi dall’Amministrazione comunale o da soggetti privati che devono presentare un progetto di fattibilità e farsi carico di tutti gli oneri di installazione e manutenzione.
Nel caso dei soggetti privati ci sono delle realtà virtuose che offrono servizi di assistenza a tutto l’iter da affrontare per installare una rastrelliera. Fra queste ricordiamo:
Scintilla Cicloprogetti APS, associazione che assiste il cittadino in tutte le fasi del progetto, dallo studio iniziale fino alla richiesta formale al Comune. Con Scintilla noi ci stiamo provando: vogliamo mettere una rastrelliera nel nostro quartiere per offrire un servizio a chiunque abbia bisogno di parcheggiare la propria bici e perché con una rastrelliera si elimina un posto macchina. L’iter burocratico è complesso, i costi significativi ma noi siamo determinati a realizzare questo desiderio: vediamo cosa succederà.
Oltre a questo servizio di assistenza nelle pratiche con il Comune, Scintilla promuove il progetto Dottò: in occasione di concerti e grandi eventi, Scintilla mette a disposizione una rastrelliera mobile, che si adatta facilmente a ogni situazione proprio perché è mobile e permette quindi di creare spazi di parcheggio temporanei e flessibili, in grado di rispondere a picchi di domanda legati a eventi specifici.
Wheelskeep è un’azienda francese nata nel 2017 specializzata nella creazione e gestione di parcheggi custoditi per biciclette e altri mezzi di mobilità leggera come e‑bike, cargo bike e monopattini. Le aree di sosta sono sorvegliate da personale e non richiedono app complesse. Un servizio che mira a incentivare l’uso della bici per spostamenti quotidiani ed eventi e la possibilità di parcheggiare la bicicletta senza timore dei furti.
Come si parcheggia la bicicletta?
Parcheggiare la bici sembra facile: catena, lucchetto, e via. Ma se vuoi ritrovarla dove l’hai lasciata, servono un po’ di attenzione e qualche accorgimento:.
- Innanzitutto la bicicletta va assicurata su due punti, ossia la ruota e il telaio
- Il lucchetto deve essere di ottima qualità, non si risparmia sulla scelta. I modelli sono diversi: ci sono quelli a “U”, oppure le catene segmentate, meno ingombranti e comode da mettere nello zaino; oppure le tradizionali catene
- Un’altra raccomandazione riguarda il “dove” la bicicletta si lega. Ovviamente se si ha la possibilità di usufruire di una velostazione si trova il luogo ideale per il parcheggio, altrimenti non resta che affidarsi a un palo resistente, a una rastrelliera o a qualsiasi struttura fissa, possibilmente in un luogo molto frequentato e illuminato – sicurezza sempre relativa.
Se vogliamo più biciclette in città, dobbiamo creare più spazio
Sono nate prima le biciclette o le rastrelliere? La domanda è provocatoria ma non priva di significato. Se a fronte di un aumento di ciclisti aumenta la richiesta di rastrelliere, il fenomeno si può anche leggere al contrario: più aumenta l’offerta di parcheggi per bici e più le persone sono invogliate ad usare questo mezzo. In entrambi i casi la parola chiave è lo spazio urbano, una risorsa contesa da tutti ma ancora distribuita in maniera diseguale. Chi si muove in bicicletta ha bisogno di spazio per circolare e di spazio per parcheggiare; per questo ripensare e ridisegnare la città che sia amica delle biciclette e degli utenti deboli è il primo passo per un cambiamento radicale della mobilità.