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Turismo accessibile, un diritto universale. Intervista a William del Negro, CEO di Willeasy

15/07/2025

Barriere. Una parola che chi ha una disabilità conosce bene e che sperimenta ogni giorno sulla propria pelle in quei luoghi in cui non ci sono infrastrutture adeguate e soluzioni inclusive.

Siamo così abituati ad una società “performante” che è difficile mettersi nei panni di chi soffre di una disabilità motoria, visiva, uditiva o cognitiva, per non dimenticare le persone anziane, chi ha un’intolleranza alimentare o è temporaneamente infortunato. E se tutte queste persone si scontrano quotidianamente con questi problemi, cosa dire delle vacanze, che sono un momento fondamentale di svago, di riposo, di arricchimento culturale, come visitare un museo o avere accesso alla spiaggia?

Il turismo “accessibile” nella sua stessa definizione fa proprio questo, offre la possibilità di vivere la vacanza senza discriminazioni, con ricadute positive per tutti, anche per gli stessi operatori che integrano l’accessibilità nella propria offerta turistica.

Turismo accessibile: una definizione

Il turismo accessibile non è solo una scelta individuale del singolo operatore ma una visione d’insieme sancita a livello europeo.

Secondo ENAT (European Network Accessible Tourism) il turismo accessibile è

“un modo di combattere la discriminazione verso persone con disabilità e di promuovere una maggiore inclusione sociale”.

L’inclusione sociale è il tema fondamentale che completa dunque il concetto di accessibilità: essa non significa solo rimuovere le barriere ma anche aiutare chi ha una disabilità a far parte di una comunità senza sentirsi “diversi”.

Cosa si intende per territorio accessibile?

L’accessibilità ha tante forme. È fisica e prevede quindi strutture ricettive, ascensori, scivoli, percorsi ad hoc. È sensoriale e offre ai non vedenti informazioni in braille e ai non udenti una guida che parli la LIS. I ristoranti offrono un menù adatto a chi ha un’intolleranza alimentare e gli alberghi offrono alle persone anziane un’assistenza per le loro esigenze.

due ragazzine visitano un parco, una di loro è in una carrozzina a rotelle

Un territorio veramente accessibile offre tutto questo e se la teoria è più avanti della pratica, in Europa si registra certamente un progressivo miglioramento. Secondo Cityfriend i dati sul turismo accessibile rilevano che il numero di persone con disabilità o esigenze speciali è cresciuto ad oggi a 130 milioni, di cui 50 milioni viaggiano per turismo in modo regolare. Una cifra tutt’altro che trascurabile che è il risultato di una nuova visione del settore turismo.

Diversi tipi di accessibilità

Tra i tanti tipi di accessibilità che riguardano la disabilità fisica, sensoriale e cognitiva, è di grande rilevanza quella digitale, un tema sottovalutato da chi è abituato a navigare e a lavorare con il computer e a usare le app senza problemi.

Prenotazione di un volo su un ipad - closeup

Le persone anziane o con altri tipi di disabilità quali quella visiva o cognitiva richiedono un’assistenza specifica, e l’operatore turistico può operare come facilitatore. Oggi ci sono sistemi tecnici molto efficaci a questo scopo, si possono ad esempio fornire alternative testuali per immagini, video e audio, in modo che siano comprensibili anche a chi non può visualizzarli o ascoltarli. Si può assicurare che il sito web sia compatibile con tecnologie assistive come screen reader, software di ingrandimento e altri strumenti utilizzati dalle persone con disabilità. 

Secondo Legalblink non è facile districarsi nella combinazione  di leggi, direttive europee, decreti e linee guida tecniche che stabiliscano i criteri di accessibiità digitale. La Legge Stanca del 2004 è stato il primo pilastro in questa direzione. Oggi la complessità del web e delle app hanno richiesto nuove direttive: dal 28 giugno 2025, i servizi digitali (come siti web pubblici e privati, app, ecommerce, banche online, piattaforme di prenotazione) dovranno essere conformi ai criteri di accessibilità digitale (standard WCAG 2.1 AA) Questo non significa che entro la fine dell’anno tutti i siti dovranno adeguarsi, ce ne sono ancora che non hanno l’obbligo di adeguamento ma per loro entra in campo un altro tema: la reputazione digitale.

Il turismo accessibile in Italia

Nel 2009 in Italia è stato redatto il Manifesto per la promozione del turismo accessibile, un documento che riporta alcuni punti fondamentali nel binomio inclusione e turismo. Nel 2012 è stato istituito il progetto Bandiera Lilla che per il biennio 2019/2020 ha assegnato in Italia 22 bandiere Lilla e la regione più virtuosa è stata la Liguria. Una menzione speciale va poi alla Regione Veneto che ha pubblicato un bando per rigenerare le imprese operanti nel settore turistico ricettivo e per sostenere la transizione digitale

Cosa dice la legge

La Legge di Bilancio 2024, in particolare con l’articolo 1, comma da 210 a 216, ha istituito il Fondo Unico per l’inclusione delle persone con disabilità, destinando una parte di esso al finanziamento di iniziative legate al turismo accessibile. Questo fondo mira a promuovere un’offerta turistica inclusiva e accessibile a tutti.

Donna in carrozzina visita natura canyon - concetto turismo accessibile

Fondamentale anche l’apporto del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che finanzia progetti per la digitalizzazione e accessibilità nel settore turistico (2021-2026).

I principali interventi sono Digital Tourism Hub, ossia un Hub del turismo digitale per connettere digitalmente l’offerta e la promozione turistica del Paese, i Fondi per la competitività delle imprese turistiche e la riforma dell’Ordinamento delle professioni delle guide turistiche.

Progetti virtuosi

Amici dell’Isola

”Con noi nessuno è un’isola”: a Tino, isoletta di fronte a Lerici, c’è un progetto virtuoso che dimostra come l’inclusione si possa realizzare concretamente. Grazie all’opera dell’Associazione Amici dell’isola di Tino vengono portati avanti diversi progetti, tra questi uno dedicato ai non vedenti. Le bellezze naturali, artistiche e storiche dell’isola vengono raccontate a voce e con il linguaggio braille. Ci sono poi gruppi con disabilità motorie che vengono accompagnati al faro con carrozzine monoruota che permettono di trasportare persone in totale sicurezza.

Remoove

La nascita di app e piattaforme  per promuovere il turismo accessibile parla più di ogni discorso teorico: Remoove è un ottimo esempio di una piattaforma che offre servizi di innovazione sociale, progettazione e formazione per il turismo inclusivo. Concretamente Remoove vende e noleggia biciclette speciali, e-bike e cargo bike e fornisce anche una consulenza per il turismo accessibile.

LoveMe Tandem

L’idea è tanto divertente quanto efficace: viaggiare in tandem! Un mezzo inclusivo che rende possibile a chi ha una disabilità sensoriale di godere la possibilità di pedalare e visitare i luoghi. LoveME Tandem non si limita ad avere a disposizione una flotta di tandem bensì offre dei pacchetti di viaggio “all-inclusive” con varie proposte di itinerari cicloturistici da percorrere da soli (in tandem nonn si è msi “soli”, ma sempre in due!) e in gruppo.

Willeasy

Willeasy è una startup innovativa che ha come obiettivo quello di raccogliere, elaborare e diffondere informazioni per creare un motore di ricerca per l’accessibilità. Gli utenti con specifiche esigenze di accessibilità vengono messi in contatto con luoghi e strutture in grado di accoglierli al meglio.

ACCESSIBILITÀ E TURISMO: intervista a William del Negro, CEO di Willeasy 

Come è nata l’idea di realizzare una startup per mappare le strutture accessibili in Italia?

L’idea è nata  da una esigenza personale, essendo io una persona con disabilità motoria di bassa statura. Dalla mia esigenza, ascoltando anche le esigenze di molte altre persone ho pensato che un database con informazioni oggettive sull’accessibilità dei luoghi poteva migliorare la vita di molte persone.

Il nostro punto di forza è che non mappiamo le strutture accessibili, ma raccogliamo dati oggettivi che possono essere utili alle persone per valutare se per loro una determinata struttura o servizio è accessibile. Ogni persona è unica e diversa dalle altre e quindi non si può dire se un luogo è accessibile, bisogna porsi la domanda “Accessibile a chi?”. Quindi noi non giudichiamo ma mettiamo le persone nelle condizioni di decidere. Tutti possono essere presenti nel nostro database perché ogni luogo è adatto a determinate persone e non ad altre. Rendere disponibili informazioni sull’accessibilità è una opportunità anche commerciale per le attività economiche.

A che punto è il turismo accessibile in Italia?

Negli ultimi anni si sta facendo molto, ciò che però ancora manca è una cultura dell’accessibilità. In molti altri Paesi l’accessibilità è entrata nella cultura delle persone, in Italia bisogna ancora sforzarsi per progettare qualcosa che sia fruibile da persone con diverse esigenze. Bisogna puntare sulla formazione e sui giovanissimi che sono molto più aperti e sensibili alla tematica.

Ritiene che il suo lavoro di mappatura possa sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sul diritto per tutti di avere una migliore accessibilità alle strutture?

La politica è sempre più sensibile al tema, il vero problema è il tessuto imprenditoriale che considera ancora le persone con disabilità come un problema anziché come dei clienti e quindi ogni azione viene ostacolata da questa mancanza di visione futura.

due persone su carrozzine motorizzate guardano il mare e si rilassano

Un mondo accessibile è un mondo più equo

Ci sono le parole e ci sono i fatti. Le parole dicono che siamo tutti  uguali e che meritiamo tutti le stesse opportunità. I fatti dicono altro: chi soffre di una disabilità si trova ad affrontare quotidianamente ostacoli di tutti i tipi, con la conseguenza di sentirsi escluso dalla società. Lo scopo del turismo accessibile è di superare questo gap e quindi di permettere a chiunque di muoversi, fruire delle attività e visitare i luoghi di suo interesse.

A proposito di interesse va aggiunta un’altra riflessione: la meta da raggiungere deve essere quella che si desidera, non quella che si sceglie perché offre delle strutture per disabili. Le strutture ricettive non sono la destinazione ma il mezzo per fare la vacanza che si è scelti. Per questo bisogna ripensare i servizi, la comunicazione, la formazione degli operatori. Chi ha una disabilità ha il diritto di viaggiare in modo autonomo grazie a strutture pensate per le sue esigenze. Oggi ci sono leggi e fondi che sanciscono questo diritto perché rendere accessibile il territorio significa contribuire a creare un benessere sociale e un valore economico diffuso ma soprattutto ascoltare ciascuna voce.