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Organizzare un evento sostenibile, da dove iniziare?

14/07/2025

Se dieci anni fa vi avessero invitati a un “evento sostenibile”, con tanto di dichiarazione degli impatti sull’invito, cosa avreste pensato? Roba da fricchettoni? Qualcosa di strano? Mi porto la schiscetta da casa?
Oggi assistiamo a un altro scenario che va di pari passo con la crescente attenzione verso la sostenibilità. Se, infatti, fino a pochi anni fa il concetto di evento sostenibile era opaco e portava con sé diversi pregiudizi, oggi le aziende hanno iniziato a prendere coscienza degli impatti generati dai loro eventi, indipendentemente dalla dimensione.
E fin qui tutto bene. Ma tra il dire e il fare la strada verso la neutralità carbonica degli eventi non è semplice e il greenwashing è dietro l’angolo. Da dove partire allora?

Sostenibilità negli eventi: si può?

Un evento è sostenibile quando è progettato per avere un basso impatto ambientale: questo include misure che riducono le emissioni di CO2 e la compensazione di quelle non riducibili sostenendo progetti ambientali certificati, la riduzione dell’uso di plastica, il ri-utilizzo di materiali anziché l’acquisto di nuovi, una corretta gestione dei rifiuti. 

Allargando il concetto di sostenibilità anche alla sfera sociale, un evento sostenibile dovrebbe coinvolgere stakeholder che rispettano determinati standard, e generare un impatto positivo sulla comunità.

Ma realizzare un evento sostenibile è così facile? Qualche criticità c’è, ma non sono di certo ostacoli insormontabili. Innanzitutto c’è l’(erronea) credenza che un evento sostenibile perda di spettacolarità, risultando meno funzionale o più brutto. I clienti preferiscono abbondare (in tutto: cibo, gadget, ….) e questo genera sprechi ingenti.

C’è poi il problema della logistica, di cui si parla poco, ma che in realtà raggiunge il 60/70% della carbon footprint di un evento. I mezzi usati per far arrivare le persone all’evento, i service, le merci, il materiale tecnico necessario vengono sempre trasportati su gomma. Sarebbe ora di iniziare a pensare a forme ibride.

costruzione palco per concerto Diana Ross

ISO, CAM e compagnia bella

La legislazione in materia di organizzazione degli eventi sostenibili è governata dai CAM (Criteri Ambientali Minimi) e dall’ISO 20121, una norma internazionale che definisce i requisiti di un sistema di gestione della sostenibilità degli eventi.

A partire dal 17 dicembre 2022 sono entrati in vigore i nuovi CAM: si tratta di requisiti minimi di sostenibilità che la Pubblica Amministrazione ha introdotto nelle procedure di appalto per l’affidamento di servizi e gestione degli eventi e sono articolati in 23 clausole contrattuali, che stabiliscono diversi obiettivi:

  • Riduzione del consumo energetico e di CO2
  • Corretta gestione dei rifiuti e riduzione dello spreco alimentare
  • Promozione dell’economia circolare e uso di materiali riciclabili e durevoli
  • Inclusività, accessibilità, condizioni di lavoro dignitose e sicurezza

Per quanto riguarda le certificazioni, sono diverse quelle relative alla sostenibilità degli eventi. La ISO 20121 è rivolta a tutte le organizzazioni coinvolte nella realizzazione di eventi che intendono certificare il proprio impegno di responsabilità, attraverso il monitoraggio di impatti economici, sociali ed ambientali. 

La ISO 14064 misura la carbon footprint degli eventi, definisce i criteri per la quantificazione, il monitoraggio e la rendicontazione delle emissioni e rimozioni di gas a effetto serra.

Ce ne sono poi altre, che riguardano la gestione dell’energia (ISO 50001) o degli acquisti verdi (ISO 20400).

Come organizzare un evento green? I consigli degli esperti

Per capire quali siano le pratiche per ridurre le emissioni di Co2 abbiamo parlato con due esperte, oltre che amiche: Irene Ivoi, la nostra nudge designer e progettista di economia circolare che ci spiegava come creare un evento low impact, e Barbara Bonori, circular economy advisor, project manager di eventosostenibile.com e co-founder dello storico Upcycle Milano Bike Café.

1. La scelta della location

(Irene): Il tema della location, per iniziare, non è da sottovalutare, è e resta un punto critico per un paese architettonicamente vecchio come l’Italia. I Comuni, per fare un esempio, utilizzano spesso spazi vecchi che non sono stati efficientati energeticamente. È necessario che le location vengano mappate in base alle diverse certificazioni, soprattutto per quanto riguarda la dispersione energetica

2. Allestimenti e fornitori

(Barbara): Quando si parla di sostenibilità sociale, ambientale ed economica si entra anche nel merito di selezione e qualifica dei fornitori rispetto ai rating di sostenibilità.
Dai fornitori, ad esempio, è importante sapere se rispettano le leggi, i diritti umani assicurando l’assenza di lavoro forzato, se pagano i dipendenti in modo dignitoso, se garantiscono ai lavoratori il benessere psicofisico nei luoghi di lavoro, ecc.
Per quanto riguarda gli allestimenti si può invece prediligere l’uso di
ciò che esiste già, riutilizzandolo o magari modificandolo e dandogli una nuova vita, piuttosto che acquistare sempre produzioni nuove.

3. Il catering

Un catering sostenibile si organizza scegliendo ingredienti locali, di stagione e biologici, possibilmente riducendo i derivati animali ed evitando plastica monouso, privilegiando stoviglie riutilizzabili o compostabili. 

È fondamentale ottimizzare dosi e porzioni per evitare gli sprechi, discostandosi dall’idea che “è meglio avanzare piuttosto che fare brutta figura”: si, di certo non suggeriamo di avere il braccino corto e affamare gli ospiti, ma buttare kg di cibo non è la soluzione.

Esempio cibo catering

Qualora ce ne fossero, le eccedenze non servite possono essere donate, seguendo la normativa vigente (come la Legge Gadda – L. 166/2016, che incentiva il recupero), o riutilizzate e trasformate in alimenti secondari (es: mangimi per animali), seguendo il principio dell’economia circolare.

Ultimo ma non meno importante, è utile comunicare in modo trasparente le scelte sostenibili fatte, sensibilizzando i partecipanti e contribuendo a costruire una cultura del consumo responsabile: la consapevolezza è il primo passo per migliorare!

4. La gestione dei rifiuti

Una gestione efficace dei rifiuti parte a monte, con lo scopo di ridurre la produzione di rifiuti, riutilizzare i materiali già impiegati e poi riciclare quelli residui . In questo modo la gestione dei rifiuti non è solo un obbligo logistico, ma diventa un’opportunità concreta per trasformare il comportamento dei partecipanti e fare del proprio evento un modello di sostenibilità.
Per quei materiali che inevitabilmente diventano rifiuti, è necessario garantire una raccolta differenziata puntuale e un coinvolgimento attivo del pubblico. Deve esserci una comunicazione visiva efficace che mostri l’importanza del riciclo, e le isole ecologiche devono essere ben segnalate e posizionate strategicamente.

5. Energia green

Per quanto riguarda il consumo energetico, si sa che la buona prassi è sfruttare l’energia di fonti rinnovabili. Gli organizzatori di eventi possono quindi scegliere location alimentate da energia certificata, o installare pannelli solari mobili. Importante anche utilizzare soluzioni a basso consumo: luci LED, timer per l’illuminazione, impianti audio-video ottimizzati e riduzione degli stand-by. 

riuso ed evento sostenibile - bottiglie di plastica appese come lampadine

6. Logistica e mobilità

La logistica gioca un ruolo centrale nella sostenibilità di un evento. Scegliere fornitori locali non solo riduce il trasporto su gomma e le relative emissioni, ma rafforzano il tessuto economico del territorio. Le attività di montaggio e smontaggio possono essere ottimizzate pianificando con attenzione le tempistiche e riducendo i mezzi utilizzati. Altre azioni che si possono implementare sono la gestione centralizzata delle consegne, l’uso di materiali modulari e facilmente riutilizzabili e il ricorso a trasporti condivisi per staff e fornitori.

Sulla mobilità possiamo dire che, chiaramente, dipende dalla scelta della location: se ben servita dal trasporto pubblico è un vantaggio, se raggiungibile tramite percorsi ciclopedonali ancora meglio. Predisporre rastrelliere per biciclette e punti di ricarica per veicoli elettrici può ridurre drasticamente le emissioni legate agli spostamenti, ma qui c’è da fare una precisazione: se fossimo nel nord Europa le rastrelliere forse potrebbero bastare. A Milano, purtroppo, no. Se leghi la bicicletta fuori dallo stadio, passi il concerto pensando se la ritroverai all’uscita: negli ultimi anni quasi un cittadino su due ha subito un furto di bicicletta. Una soluzione potrebbe essere l’utilizzo di rastrelliere sorvegliate, come ha pensato bene Scintilla con la creazione del servizio Dottò. Insomma, l’idea c’è, gli organizzatori di eventi e il Comune di Milano devono solo muoversi a attuarla su larga scala.

7. Il gadget sostenibile

Spesso si pensa che progettare un evento sostenibile comporti più lavoro, in realtà non è così, anzi: se ci fermiamo a pensare realizziamo che spesso facciamo, creiamo e consumiamo più del necessario

Barbara riporta un esempio molto semplice:

“Se parliamo di gadget la domanda che i creativi devono porsi non è quale gadget eco-sostenibile devono ideare, ma se il gadget è davvero importante per raggiungere lo scopo oppure se posso raggiungerlo in altro modo. Si tratta di un cambio di paradigma, occorre farsi nuove domande.

8. Che metriche tracciare?

Quando parliamo di metriche è importante distinguere tra metriche numeriche e non. Fra quelle misurabili rientrano le emissioni di CO2, il consumo energetico, la quantità di rifiuti generati e gli sprechi alimentari. Ma le metriche importanti da tenere in considerazione sono anche altre, come l’impatto sociale (in termini di inclusione e accessibilità e numero/tipologia di stakeholder coinvolti), il trattamento dei dipendenti e la conformità a linee guida CAM o ottenimento di certificazioni.

Concerti sostenibili, chi ci ha provato davvero

I concerti, e tutto quello che ci ruota attorno, generano tonnellate di emissioni di CO2. Ma per fortuna c’è qualche artista che ha a cuore la sostenibilità e che sfrutta la propria popolarità per sensibilizzare il grande pubblico.

1. Il concerto sostenibile di Elisa 

La musica deve essere un veicolo di cambiamento” ha detto Elisa, e con il suo concerto Plantasia, a Maggio 2025 ha lanciato un messaggio forte. 

Il suo show si è avvicinato all’impatto zero: sono stati utilizzati generatori a biocombustibile HVO che riducono le emissioni del 70% rispetto al gasolio, è stata promossa la mobilità sostenibile con il rafforzamento dei trasporti pubblici (n.d.r. Ma sul parcheggio sicuro delle bici siamo ancora in alto mare), ed è stata fatta una campagna per sensibilizzare sulla raccolta differenziata. La cantante per coinvolgere ancor di più il suo pubblico ha lanciato una campagna in cui chi ha fatto una donazione, ha usato i mezzi pubblici o ha portato vestiti da riciclare, ha avuto accesso a uno streaming esclusivo del concerto. 

H3: 2. Coldplay e il Music of Spheres

Il tour globale dei Coldplay, Music of the Spheres, iniziato nel 2021 e non ancora terminato, è stato uno dei più significativi in termini di sostenibilità. Il gruppo non è nuovo a iniziative a tutela dell’ambiente, ma questa volta si è superato: il risultato finale è che le emissioni di CO2 legate all’intero evento (concerti, trasporti, gadget, catering) sono inferiori del 59% rispetto al precedente tour negli stadi. 

immagine concettuale concerto - mani in aria, luci e corandoli

Fra le azioni che sono state fatte: installazione di pannelli fotovoltaici per alimentare l’impianto sonoro, la preferenza all’uso di veicoli elettrici, sfruttamento di energia cinetica prodotta dai fan che ballavano sulla pavimentazione cinetica appositamente installata, riciclo del 66% dei rifiuti prodotti, donazione di pasti e articoli di igiene non utilizzati a fondazioni per i senzatetto. E sembra che queste scelte abbiano anche sensibilizzato il pubblico, soprattutto in termini di mezzi utilizzati per raggiungere il concerto (il 35% ha usato i mezzi pubblici, e il 4% si è mosso in bicicletta o a piedi).

Ma non finisce qui: il 10% di tutti i guadagni è stato donato dal gruppo per sostenere iniziative benefiche in ambito ambientale e sociale, e per ogni biglietto venduto è stato piantato un albero, per un totale di 5 milioni. Chapeaux! 

3. Le ambiguità del Jova Beach Party

Sul Jova Beach Party del 2022 (e, ancora prima, del 2019) è stato detto di tutto. Le organizzazioni ambientali l’hanno attaccato, lui e la sua organizzazione si sono difesi. Non staremo qui a discutere se la scelta di organizzare un tour nei litorali italiani sia stata dettata da un risparmio economico (l’affitto minimo di uno stadio dove si tengono i concerti è di 50.000€, contro una cifra sotto i 5000€ per l’uso delle spiagge. Il manager della Trident Music, l’organizzazione dietro al tour, sostiene invece di aver speso molto più di quanto avrebbero speso ad organizzare un tour negli stadi), la cosa su cui invece vogliamo concentrarci è che l’unico che sembra averne fatto solo le spese, senza alcun guadagno, è l’ambiente. 

Si sono sollevate diverse proteste locali, come quella di Vasto, Rimini, Cerveteri, Roccella Jonica, Lido degli Estensi e Castel Volturno. In particolare, a Fermo per far spazio al palco è stata distrutta un’area che precedentemente era stata protagonista di un progetto di rinaturalizzazione. A Vasto la zona dove si è svolto il concerto corrispondeva a un’area di nidificazione del fratino. A Marina di Ravenna gli spettacoli sono stati organizzati vicino la riserva naturale della pineta di Ravenna, a Viareggio e Cereveteri alcune specie protette sono state messe a rischio. A queste problematiche si sommano la compattazione del suolo fatta per creare gli eventi, e l’inquinamento acustico e luminoso.

Ci sono stati dei tentativi di sensibilizzazione e riduzione dell’impatto ambientale, come il progetto Ri-Party-Amo in collaborazione con WWF Italia, che puntava a ripulire dalla plastica 20 milioni di mq di spiagge, fondali e fiumi – le altre iniziative realizzate erano più greenwashing che altro.

Insomma, si poteva fare di più – o forse questo tour nelle spiagge si poteva non fare proprio!

Quindi, si possono realizzare eventi sostenibili?

Tornando alla domanda iniziale: si, è possibile realizzare eventi originali e che coinvolgano un pubblico, e che allo stesso tempo siano sostenibili a livello ambientale e sociale. Alcuni consigli:

  • Non pensare che la sostenibilità implichi sempre costi più alti e lavoro in più. Serve cambiare punto di vista, capire dove si può ridurre e ottimizzare
  • Includi le metriche di sostenibilità nella valutazione del tuo evento. Cerca di lanciare un messaggio, generare un impatto positivo e sensibilizzare il tuo pubblico
  • Se necessario, affidati a professionisti o agenzie del settore, per evitare di cadere in pratiche di greenwashing

Vuoi organizzare il tuo evento sostenibile? Ti aiutiamo noi!