Il capitale ciclabile delle capitali europee

16 Settembre 2021 Sottosopra Comunicazione

Il capitale ciclabile delle capitali europee

La mobilità sostenibile a Milano e in Europa

Le amministrative si avvicinano e uno dei campi di battaglia è, paradossalmente, la questione delle piste ciclabili. Chi le vuole, chi non le vuole, chi le vorrebbe diverse. L’argomento scalda a tal punto che il Corriere lo scorso luglio titolava

“Milano, la rissa sulle piste ciclabili. Candidati al bivio: «Serve più coraggio» o «Vanno cancellate»?”

Siamo seri?! Pare di no, visto che l’Italia, insieme a tutti gli altri membri dell’ONU, è firmataria dell’accordo di Parigi sul clima, che contiene l’obiettivo di ridurre almeno del 55% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Il dibatto “ciclabili sì, ciclabili no” è quindi un falso dibattito, un dibattito ipocrita: le amministrazioni, quale che sia il loro colore politico, devono raggiungere l’obiettivo concordato e una delle misure più attuate ovunque è la spinta verso la mobilità sostenibile.

Infatti il resto delle capitali europee, e del mondo, ha già fatto e sta facendo tanto per rendere le proprie città più ciclopedonali e quindi, in definitiva, più sicure e vivibili. Sono forse tutti impazziti?! Diamo un’occhiata:

In nome della mobilità sostenibile, lo scorso lunedì 30 agosto, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha abbassato il limite di velocità in città da 50 km/h a 30 km/h. Una scelta che ha a cuore la sicurezza di tutti gli utenti della strada, con un occhio di riguardo verso quelli più vulnerabili: i pedoni, i ciclisti e quei pazzi scatenati che preferiscono il monopatino. Il polverone del dissenso era atteso ma si è presto diradato. Solo il 30% dei parigini possiede infatti un’automobile e la città dispone di una vasta rete di trasporti urbani e interurbani per collegare i pendolari. Hidalgo porta avanti la causa ambientale dal 2014 e i suoi cittadini l’hanno premiata rieleggendola per un secondo mandato. Il giorno della vittoria la sindaca ha dichiarato che “siamo l’ultima generazione che può agire prima che sia troppo tardi”, promettendo di continuare trasformare la città per “adattarla ai cambiamenti climatici”. L’estensione della zona 30 km/h a tutto il territorio della capitale si aggiunge all’ampliamento della rete di piste ciclabili ( +700km dal 2014) e al programma “Paris – ville du quart d’heure”, ovvero uno sviluppo urbanistico che permetta ad ogni cittadino di usufruire dei servizi essenziali (scuole, ospedali ma anche parchi, negozi, centri sportivi) in meno di un quarto d’ora. 

La bicicletta rappresenta un nuovo modello di città, più vivibile, più respirabile, più silenziosa, più agile e meno trafficata, persino più spaziosa. Una città costruita attorno alle esigenze di pedoni e ciclisti è una città orientata verso lo sviluppo di reti ferroviarie interurbane e urbane per promuovere l’intermodalità sia per gli abitanti che per i pendolari. Una città che ha cuore la qualità della vita dei suoi cittadini, la loro salute e la salute del pianeta. In Europa e nel mondo è ormai una tendenza diffusa: l’abbassamento del limite di velocità in città e gli incentivi alla mobilità attiva sono solo alcuni degli interventi che le capitali europee stanno attuando per raggiungere obiettivi dell’Agenda ONU 2030 e della Neutralità Carbonica 2050. 

Agenda 2030 e Neutralità Carbonica: di cosa si tratta?

L’agenda 2030 dell’ONU è l’insieme degli obiettivi per uno sviluppo sostenibile. Un programma d’azione stilato nel 2015 e che dovrebbe portare a ridurre le emissioni entro il 2030. I cambiamenti urbani che stiamo vedendo prendere forma a Parigi e nelle altre capitali europee si inseriscono nell’obiettivo di “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” e quello di “Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico”. Lo step successivo è quello della neutralità carbonica, auspicata dall’Unione Europea per il 2050. Ovvero il raggiungimento dell’equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio. L’obiettivo “emissioni zero” si raggiunge quando le emissioni di gas serra di un’organizzazione, prodotto o servizio vengono neutralizzate grazie all’adozione di strategie per la gestione e riduzione del loro impatto.

città ciclabili

Bike lanes: How cities across the world are responding to the pandemic – © El Pais

Mobilità sostenibile: l’accelerazione pandemica 

Le città nordeuropee come Amsterdam, Oslo e Copenaghen incoraggiano da anni l’uso della bicicletta, ma la pandemia e la crescente preoccupazione dei cittadini per la salute pubblica e l’ambiente, stanno spingendo anche le capitali del sud a seguire la loro scia. Ecco qualche dato da un interessante studio di El Pais:

PARIGI

Durante la pandemia sono stati aggiunti 50km di piste ciclabili temporanee

LONDRA

Londra ha costruito più di 30km di corsie permanenti e il sindaco promette di decuplicare l’infrastruttura ciclabile della città entro il 2025.

BRUXELLES

Bruxelles ho aggiunti 40km provvisori, aumentando il numero di ciclisti del 40%.

LISBONA

Lisbona, che a maggio aveva 105km, vuole raddoppiare quella cifra entro l’inizio del 2021.

BARCELLONA

Barcellona ha aggiunto 21km temporanei (che diventeranno permanenti) e altri 8km programmati.

L’AJA

Con un investimento di 65 milioni di euro (126 euro per residente) nella sua rete ciclabile, l’Aia al suo obiettivo di rendere la bicicletta il suo principale mezzo di trasporto entro il 2040.

Milano ciclabile
Cosa succede a Milano?

Anche Milano negli ultimi anni si è spesa molto per il raggiungimento degli obiettivi di agenda 2030. L’azione più recente in questo senso è il varo del “Piano aria clima”. Uno dei punti forti del piano, ha sottolineato l’assessore all’ambiente Granelli, è il “dimezzamento al 2030 del traffico delle automobili”. Per raggiungere l’obiettivo si sceglierà la strada percorsa dalla gradi città europee: “55% in più di km di metropolitana e metrotranvie passando da 127 a 195 km al 2030 e altri 60km nei 15 anni successivi; nuovi percorsi ciclabili di cui 100 in 12 mesi tra 2020 e 2021, più che raddoppio delle zone 30 in un anno; piano parcheggi per residenti in struttura verticale sotto o sopra terra; potenziamento dei parcheggi di interscambio, un piano per la logistica”.

Nella fase più buia della pandemia, tra marzo e ottobre 2020 la città di Milano ha aggiunto 35km di piste ciclabili provvisorie, che dovranno arrivare a 100km entro la fine del 2021.

E i residenti? Dal punto di vista della mobilità i milanesi non sono certo ai livelli dei parigini e tantomeno a quelli degli olandesi: ogni dieci milanesi ci sono infatti quasi nove veicoli circolanti, ma è vero che quando i comuni investono in piste ciclabili, tendenzialmente i cittadini iniziano ad utilizzarle. Secondo un censimento effettuato in centro Milano da ciclobby, il 2020 ha visto un boom di ciclisti con aumento del transito a due ruote che oscilla tra il 53% e il 122% a seconda delle zone. 

Siamo già indietro di 30 anni rispetto alle capitali del nord Europa, forse dovremmo tutti recuperare un pizzico di onestà intellettuale, riconoscere che anche noi abbiamo scelto di contribuire alla decarbonizzazione del pianeta, parlare meno e fare di più.

Milano in particolare è una città facilmente percorribile in bici o a piedi: è relativamente piccola, pianeggiante e con un clima mite quasi tutto l’anno (specialmente se comparata alle città del nord Europa o a quelle spagnole). Rendere l’opzione ciclabile più comoda ed efficiente di quella a motore porta con se diversi vantaggi in termini di sicurezza per i cittadini, in termini ambientali, di qualità della vita, di decongestionamento delle nostre strade e non ultimo di bellezza. La sidaca di Parigi sta avviando il processo di pedonalizzazione degli Champs Elysées in vista delle olimpiadi del 2024, e noi? Se vi chiedessero, è meglio Via Dante pedonale o carrabile? E se facessero un referendum per riportare le auto in Via Dante, Corso Vittorio Emanuele, cosa votereste?

Scardinare le abitudini, quelle acquisite da anni e ormai cristallizzate, è una delle sfide più ardue anche sul piano della comunicazione. Ma di questo parleremo in un altro capitolo perché qualcosa di molto creativo e “molto gentile” bolle in pentola…

Sindaco Pedala! Sottosopra bike friendly
Sottosopra per la ciclabilità

In occasione della settimana della mobilità sostenibile che si tiene questa settimana dal 16 al 22 settembre, vogliamo parlarvi di un’iniziativa che abbiamo lanciato collaborazione con l’Associazione Comuni Virtuosi. SINDACO PEDALA! nasce come una challenge per i sindaci italiani, invitati a provare in prima persona la trasformazione ciclabile che essi stessi stanno promuovendo nei borghi, nei paesi e nelle città che amministrano. SINDACO PEDALA! nasce con tre scopi: fare più cultura ciclabile e farla sul campo, in modo capillare e raggiungendo più Comuni possibili; operare un’osservazione attiva e migliorativa sulle infrastrutture realizzate; dare il buon esempio, da primз cittadinз, instaurando una nuova conversazione con i cittadini.

Scopri di più sull’iniziativa

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