Cargo bike, logistica green e rivoluzione dell’ultimo miglio: ne parliamo con Claudio Magliulo di Clean Cities
1/10/2025
Si chiama cargo bike, significa rivoluzione. La cargo bike ha tutto il potenziale per ribaltare la mobilità delle città sia per le persone che per il trasporto delle merci. Ha tutti i vantaggi della bicicletta: non occupa spazio, non inquina, è veloce e arriva dappertutto, ma ha anche tutti i vantaggi del “furgoncino”, perché ha una grande capacità di carico (fino a 100-200 kg), è versatile e va bene sia per uso personale (bambini, spesa) che professionale (trasporto e consegna delle merci).
Ma cos’è esattamente la cargo bike, come può convertire la supply chain in logistica “green” e cosa è la rivoluzione dell’ultimo miglio?
Questi sono i temi che andremo ad approfondire anche con il contributo di Claudio Magliulo, direttore di Clean Cities Campaign Italia.
Il punto della situazione sulla logistica green
Chi vive in una città come Milano sa bene di cosa parliamo: ogni giorno furgoni e furgoncini circolano per le strade e parcheggiano facilmente (e irregolarmente) “due minuti” su marciapiedi o passi carrai per consegnare le merci. Questa concezione obsoleta della logistica può essere cambiata radicalmente grazie all’uso della cargo bike, una bici progettata per trasportare carichi pesanti e voluminosi. Meno traffico, spazio pubblico che si libera, meno inquinamento. La soluzione è a portata di mano anzi, di pedale.

E i dati cosa dicono? Anche se non esiste un dato pubblico sul numero di consegne giornaliere a Milano, si può ragionare senz’altro di centinaia di migliaia di consegne effettuate quotidianamente da diversi corrieri sia nazionali che internazionali. A tale volume va aggiunta l’espansione di e-commerce e app per la spesa online, che hanno cambiato il modo di acquistare dei consumatori, ormai abituati a ricevere la merce sulla porta di casa.
E l’ultimo miglio cosa c’entra con la logistica?
L’ultimo miglio è un concetto ancora poco conosciuto ai più, ma è una fase importantissima della supply chain: si tratta del tragitto finale di un prodotto che va dal magazzino urbano al cliente. Ancora oggi sono i furgoni a fare questa tratta e le conseguenze sono visibili a tutti: traffico e congestione. Ma la cargo bike può cambiare questo modello di consegna, che si basa su un’integrazione di soluzioni quali locker e punti di ritiro, microhub cittadini e algoritmi di ottimizzazione per pianificare i giri dei corrieri.

La rivoluzione logistica su due ruote: consegne in cargo bike
Che la cargo sia adatta al trasporto merci e persone lo dimostrano anche gli studi, come quello condotto da AMAT – Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio del Comune di Milano insieme al Politecnico di Milano che ha analizzato l’impatto dell’uso delle cargo bike per la logistica urbana.
Principali risultati dello studio:
- Riduzione quasi totale delle emissioni (CO₂, NOx, PM10) rispetto ai furgoni tradizionali
- Taglio drastico del rumore urbano
- Aumento dell’efficienza delle consegne: le cargo bike si muovono più facilmente nel traffico e raggiungono più velocemente i clienti
- Riduzione dei costi vivi quali carburante e minori spese di manutenzione
- Maggiore accessibilità: le cargo bike possono entrare in ZTL, vie pedonali e centri storici, dove i van devono avere permessi speciali o non possono circolare.
E le città europee a che punto sono con il passaggio alla logistica green?
Come sappiamo tante città europee sono già avanti nella lotta contro traffico e inquinamento e anche la logistica viene affrontata con lo stesso spirito. Amsterdam, Parigi, Londra, Copenhagen per citarne solo alcune, hanno varato piani per introdurre zone a zero emissioni entro i prossimi dieci anni e per raggiungere questo obiettivo la cargo bike gioca un ruolo fondamentale.
Altri provvedimenti sono l’istituzione di magazzini di prossimità; aziende come DHL o UPS hanno introdotto flotte di bici cargo per il centro città e dedicato un grande lavoro sull’intermodalità (uso di treni, navi, barconi come nel caso della Senna a Parigi, per portare i carichi dentro la città).

A Milano siamo ancora lontani da questo obiettivo: meno del 2% delle consegne avviene in cargo bike, eppure con una visione politica efficace si potrebbe arrivare ad almeno il 30%, riducendo il numero di furgoni in circolazione. Ancora una volta è un gioco di squadra: la volontà politica e la collaborazione di chi deve consegnare e di chi deve ricevere possono traghettarci finalmente ad una nuova cultura della mobilità.
Cargo Revolution: il nostro Cargo Bike Day e le città che vorremmo
#CARGO REVOLUTION è la campagna internazionale di Clean Cities, la coalizione europea di oltre 100 ONG, associazioni ambientaliste, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissione entro il 2030.
Lanciata in Italia il 6 Ottobre 2024, Cargo revolution ribadisce la necessità di promuovere l’adozione su larga scala delle cargo bike come “soluzione per la logistica familiare, delle persone e delle merci in ambito urbano”.
Nell’ambito di questa iniziativa, Clean Cities ha organizzato il 25 marzo 2024 il Cargo Bike Day, una grande festa per celebrare le cargo bike e mostrare come questa soluzione sia per tutti gli usi: dalla logistica dell’ultimo miglio alla logistica familiare e altre attività quotidiane.

Per capire cosa si può fare a Milano per introdurre le cargobike abbiamo intervistato Claudio Magliulo, Direttore della Campagna italiana di Clean Cities, che porta con sé anni di esperienza nel campo del clima e della sostenibilità urbana e che promuove convintamente la visione della città a misura di persona. La città che vorremmo.
Claudio Magliulo di Clean Cities: come ripensare (concretamente) la logistica urbana
1. Quali sono gli ostacoli principali allo sviluppo della ciclologistica a Milano?
Il primo problema è la mancanza di spazi per la rottura di carico (l’atto di scaricare
una merce da un mezzo di trasporto e ricaricarla su un altro). Le aziende interessate a lavorare su questo fronte non riescono a trovare luoghi idonei e a prezzi accessibili per realizzare dei micro-hub.
Il secondo problema è che le regole attuali, compresa l’ultima e probabilmente definitiva configurazione della ZTL Quadrilatero non incentivano in alcun modo le aziende virtuose che intendono spostare una parte delle proprie operazioni di consegna su cargo bike. Il terzo problema è che la rete ciclabile a Milano è incompleta, discontinua e per la maggior parte del tracciato inadeguata all’utilizzo con cargo bike, tant’è che i bike messenger non usano queste piste ciclabili, preferendo muoversi sulla carreggiata insieme ai veicoli a motore.
2.Cosa rende le cargo bike una vera alternativa ai furgoni per le consegne in città?
Progetti pilota e studi realizzati in diverse città europee, tra le quali Milano, hanno dimostrato che le cargo bike sono in grado di consegnare merci di dimensioni standard nella metà del tempo, potenzialmente ad un decimo del costo per unità consegnata e azzerando le emissioni di inquinanti dell’aria e di CO2.
3. In logistica si parla di “ultimo miglio”, ma spesso è un concetto astratto: puoi aiutarci a visualizzarlo nella vita reale di una città?
L’ultimo miglio è l’ultimo anello della catena delle consegne. In realtà, quando lo si copre con i furgoni, è spesso molto più lungo di un “miglio”, cioè 1.6 km. Le merci escono dai centri di consolidamento e distribuzione e vanno in consegna. Quando la cargo-logistica entra nel mix ecco che l’ultimo miglio diventa prevalentemente la distanza percorsa dalle cargo bike dopo aver recuperato la merce in appositi hub per la rottura di carico, che possono essere grandi (ad es. un piano di un parcheggio multipiano), di medie dimensioni (intorno ai 200 mq) o anche nano-hub flessibili e rimovibili delle dimensioni di un piccolo container o di un posto auto.
4. Cosa potremmo imparare dalle altre città europee?
Molte cose. Innanzitutto le cargo bike possono essere potenziate e incentivate, e quando lo si fa crescono rapidamente. A Londra sono raddoppiate in due anni, secondo i dati di Transport for London analizzati da Clean Cities. Per favorire l’adozione delle cargo bike come soluzione per la logistica e gli spostamenti personali a corto raggio serve un mix di politiche, incentivi, investimenti infrastrutturali. Infine, che non si può alterare il funzionamento del sistema della logistica senza avere un confronto serrato e leale con il settore privato, ovvero con gli operatori.
5. Logistica sostenibile: che ruolo hanno le imprese?
Le imprese sono quelle che alla fine le cargo bike le comprano, le usano e lasciano in deposito i furgoni. In tutto il mondo, in Europa in particolare, aziende medie e grandi stanno lavorando con le cargo bike nei centri urbani ad alta densità abitativa e di attività commerciale. La sola UPS ha cargo bike attive in una trentina di città.
6. E cosa potrebbe fare l’amministrazione comunale?
È importante capire una cosa: le aziende della logistica sono perlopiù già ottimizzate, dal loro punto di vista. Quando noi ci aspettiamo che adottino la cargo-logistica dobbiamo creare un contesto favorevole (infrastrutture ciclabili, reti di hub, incentivi). Le città possono fare tutte queste cose, anche a costi contenuti e/o attraendo finanziamenti ad hoc per avviare progetti innovativi. Sicuramente devono cambiare le regole. Ad esempio si può condizionare l’accesso alle aree urbane di interesse per la logistica all’utilizzo di cargo bike per almeno una quota delle consegne. Anche accelerare l’adozione di veicoli elettrici per le consegne creando una zona a zero emissioni può facilitare l’adozione delle cargo bike. Infine, crucialmente, l’amministrazione comunale deve realizzare reti ciclabili capillari e sicure, pensate anche per l’utilizzo delle cargo bike, sia ad uso logistico che personale e familiare.

7. In cosa consiste l’uso “personale” della cargo bike?
Oltre la logistica, le cargo bike sono uno strumento eccezionalmente utile per gli spostamenti quotidiani, soprattutto familiari.
A Copenaghen, 4 bambini su dieci arrivano a scuola in cargo bike.
Ma c’è anche la spesa, portare il cane dal veterinario, andare a lezione di musica, e così via.
La logistica a misura di pedali può fare la differenza
Il traffico è un problema che comprende cause diverse che richiedono interventi diversi. Il trasporto delle merci è una di queste cause e il problema è di numeri (quanti furgoni circolano in città fino alla porta di casa del cliente), di dimensioni (un furgone può arrivare a oltre 6 m di lunghezza!) e anche di rispetto delle regole (parcheggio indiscriminato sullo spazio pubblico). Così concepita, non c’è dubbio che la catena logistica non sia efficiente né sostenibile.
La soluzione c’è ed è dimostrata: si chiama cargo bike.