Una miniera e un vino che parlano di sostenibilità

26 Aprile 2021
26 Aprile 2021 Irene Ivoi

Una miniera e un vino che parlano di sostenibilità

Le imprese virtuose che praticano principi di sostenibilità, grazie anche a piattaforme di conoscenza e abbondanza di dati in rete, non mancano.

Però i fatti di questo periodo mi portano verso due casi diversi ma contigui in una certa misura che rappresentano due ottimi esempi di esperienze circolari: il primo si chiama Gruppo Miniera San Romedio e si trova in Val di Non, il secondo esempio è quello del gruppo vinicolo Caviro.

Gruppo Miniera San Romedio, il cuore delle dolomiti.

In val di Non, a Ville D’Anaunia, si estrae la roccia Dolomia, utilizzata per la produzione di materiali per l’edilizia dal Gruppo Miniera San Romedio. La loro principale divisione, denominata Tassullo, è l’unico produttore italiano a usarla come inerte (cristalli di dolomite pura, estratti a centinaia di metri di profondità) per farne materiali per l’edilizia. Stiamo parlando di intonaci, rasanti, betoncini, massetti, leganti, malte. Questo è ciò che fa Tassullo da più di cento anni.

Ma il Gruppo Miniera San Romedio, la madre dei materiali da trasformare, ha anche la divisione PURO Comfort, e nel settore del restauro architettonico e edilizia di pregio la divisione HD System.

Puro è specializzato nel comfort abitativo e nella produzione di materiali edili biocompatibili ed edilizia naturale da dolomia e scaglia rossa trentina. Prodotti quindi pensati per la bioarchitettura e l’edilizia naturale.

HD System nel restauro architettonico d’eccellenza ed edilizia di pregio, produce e progetta quotidianamente materiali in calce idraulica naturale NHL 5 perfettamente compatibile con l’edilizia antica.

Ma dov’è la loro circolarità?

Le Miniere di San Romedio, a 300 metri di profondità nella roccia Dolomia, creano il microclima perfetto per conservare varie tipologie di prodotti vista la temperatura costante, il buio e la protezione dagli eventi atmosferici.

La ricerca mineraria in questi ultimi anni si è orientata nel cercare modalità di riutilizzo dei vuoti minerari, cioè delle cave già sfruttate, con l’intento di integrare queste aree secondo altre necessità ambientali.

È così che già nel 2014 le mele Melinda hanno trovato un alloggio naturale in grado di ricoverarle prima del loro graduale consumo. D’altronde vengono raccolte una volta all’anno ma per essere consumate nel tempo hanno bisogno di celle frigo a temperatura costante e umidità controllata. Ecco allora un frigorifero naturale nascosto direttamente dentro le Dolomiti in cui oggi sono pregiatamente conservate.

Ma non finisce qui: oltre ai 190.000 metri cubi occupati dalle mele Melinda, primo impianto al mondo per la frigo-conservazione di frutta in ambiente ipogeo, Gruppo Miniera San Romedio a marzo 2021 annuncia un nuovo riutilizzo delle grotte destinato ad una eccellenza vinicola del territorio: un primo lotto di circa 2 milioni di bottiglie di spumante Trento DOC verrà qui allocato. Una cantina naturale!

Tuttavia non finisce neppure qui; le grotte potrebbero accogliere altri prodotti e servizi del territorio: è prevista infatti la realizzazione di un centro per la maturazione dei formaggi trentini e l’installazione di un Data Center.
È questo un vero esempio di simbiosi possibile che ci dice come anche una risorsa territoriale naturale può essere oggetto di riutilizzo.

Gruppo Caviro.

Mi conduce ad un’altra esperienza circolare: quella del Gruppo Caviro, la più grande cantina vinicola italiana per volumi quantitativi -195 mln di litri di vino prodotti, che proprio un mese fa ha presentato il suo secondo bilancio di sostenibilità.
Ci sono alcuni elementi davvero straordinari che fanno di Caviro un’eccellenza concreta.
Provo a sintetizzarli: Caviro produce vini ed essendo una società cooperativa è distribuita su 7 regioni con 27 cantine e 12.400 viticultori coinvolti. Dal vino arriva il 69% dei ricavi ma la produzione genera anche scarti.
Per essere circolare, Caviro ha immaginato di reimpiegare 555.000 tonnellate annue di scarti in modo eccellente tanto che il 99% viene trasformato, quindi recuperato con un vantaggio economico, ambientale e sociale.

Vediamo come?

  • Dalla feccia all’alcool.

    Dalla lavorazione del vino si ottiene feccia, vinaccia e vinaccioli. Tutti derivati di filiera che vengono trasformati in ingredienti e prodotti ad alto valore aggiunto quali alcoli, mosti e acido tartarico. 
Questi ingredienti diventano nuova materia prima per aziende agronomiche, industriali, farmaceutiche, alimentari e beverage di tutto il mondo. Nel 2020 in piena pandemia, Caviro Extra -divisione che trasforma in valore lo scarto- ha prodotto alcol per disinfettanti che è stato venduto e donato.

  • Sfalci, potature diventano energia. 


    Altri scarti della vinificazione, uniti a sfalci, potature e sovvalli provenienti dal territorio grazie alla cooperazione con Hera, diventano energia elettrica e termica, al punto da rendere il Gruppo 100% autosufficiente.
    È Enomondo, nata nel 2011 dalla joint venture tra Caviro Extra ed Herambiente, la società che gestisce l’impianto di combustione di biomasse e di produzione compost.
    Grazie agli impianti di digestione anaerobica, che processano sottoprodotti della vinificazione e acque reflue conferite da aziende agro-alimentari italiane, viene generato biogas e biometano avanzato.

  • Da fanghi a fertilizzanti.

    Infine i fanghi e gli ammendanti ottenuti dalla digestione anaerobica vengono usati in agricoltura come fertilizzanti naturali, per arricchire proprio i vigneti da cui tutto ha avuto inizio.
    Negli impianti di Caviro Extra ed Enomondo entrano 550.000 tonnellate di scarti (dato 2019) e ne escono 196.000t.

La produzione di prodotti nobili (alcoli, ecc), in gran parte esportati, genera il 21% dei ricavi del gruppo contribuendo alla crescita economica dell’impresa.

  • Il recupero intelligente della Co2.

    Grazie alla partnership con SICO, il Gruppo Caviro cattura la Co2 che si genera nell’upgrading da biogas a metano. Il processo la comprime, la purifica, la essicca e la destina a impieghi alimentari ed anche farmaceutici (come ghiaccio secco).

Caviro nel 2020 ha avviato anche un progetto di comunicazione interdisciplinare della sostenibilità. Si chiama Innesti ed è un e-magazine trimestrale: ogni numero è dedicato ad un argomento declinato in quattro aree, interpretate da figure autorevoli e stimolanti. Dopo ‘Imprevedibilità’ e ‘Equilibri’, nel numero 3 del Marzo 2021, si parla di ‘Visioni’.

Per il futuro sono stati annunciati 15 milioni di euro per potenziare il biometano da liquefare ed impiegare come carburante, per fare sinergia con istituzioni universitarie e comunicare ancora di più il reimpiego di scarti con una nuovissima campagna dedicata al tema del Valore.

Immagini: Gruppo Miniera San Romedio
Illustrazione originale di Roberto Rubini.
Chi è Irene Ivoi? Conoscila nella nostra intervista qui.

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Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, scrivo, parlo e penso per aziende e organizzazioni pubbliche e private.