Tutti a scuola di economia domestica

3 Novembre 2023 Sottosopra Comunicazione

Tutti a scuola di economia domestica

Cos’è l'economia domestica, gli insegnamenti oggi e nel passato e gli esempi virtuosi dal Nord Europa

Si parla tanto di sostenibilità e troppo poco di economia domestica, eppure è proprio nelle nostre abitudini quotidiane che possiamo intervenire per ridurre gli sprechi e migliorare la salute nostra e dell’ambiente. Una volta queste accortezze ci venivano insegnate dalle mamme e dalle nonne, come vi raccontavamo qui qualche tempo fa. Ma cosa si intende per economia domestica e in che modo può migliorare la nostra vita e quella degli altri?

Cos’è e che cosa insegna l’economia domestica

L’economia domestica, oggi, si occupa sia della pianificazione, dell’allocazione e della gestione delle risorse finanziarie, materiali e umane per soddisfare le esigenze e gli obiettivi della famiglia, ma anche di piccoli e grandi comportamenti virtuosi, come, per esempio: come praticare una corretta e salubre igiene domestica e come farlo in maniera ecologica; quali criteri adottare per scegliere e acquistare gli alimenti in modo consapevole, come ridurre lo spreco alimentare domestico grazie (anche) ad una corretta conservazione degli alimenti; come calendarizzare e organizzare i lavori domestici e in che modo condividerli tra familiari e conviventi, per fare degli esempi.

Risparmio con economia domesticaGli aspetti principali dell’economia domestica includono quindi la gestione del budget familiare, la pianificazione finanziaria, l’acquisto e la corretta gestione dei beni di consumo, dei propri soldi e, non da ultimo, delle risorse del Pianeta.

Economia domestica: che cosa si insegnava nel passato

L’economia domestica, in passato, era considerata fondamentale per aiutare le famiglie a prendere decisioni informate sulla gestione delle loro risorse e migliorare la qualità della vita familiare. Se oggi, però, gli insegnamenti di economia domestica vertono più sull’aspetto economico di una famiglia, in passato invece gli insegnamenti di economia domestica erano dedicati alle sole donne e riguardavano la gestione della casa in generale, come la preparazione dei pasti, la cura dei bambini, la gestione del tempo e delle attività domestiche, nonché la gestione delle questioni legate all’educazione, alla salute e al benessere della famiglia, ma anche la cucina, la pulizia e le piccole riparazioni. 

Storia dell'economia domestica

Oggi, per fortuna, non è più così e, se da una parte ci affidiamo a metodi più attuali per imparare buone pratiche legate alla sostenibilità (anche seguendo ciò che ci dicono le green influencer), dall’altra riconosciamo l’importanza dell’economia domestica che però, come dice il nome, ci fornisce importanti insegnamenti solo sulla parte economica di gestione e ottimizzazione delle risorse. 

L’educazione domestica oggi

Oggi l’economia domestica si occupa di studiare le dinamiche di spesa, di consumo e di investimento ed è importante tanto per un giovane che vuole andare a vivere da solo, sia per le famiglie, che per un pensionato che vuole assicurarsi una pensione serena. Grazie all’economia domestica, infatti, si gestiscono al meglio i propri soldi, si impara a spendere con più coscienza, ad approfittare delle offerte, a confrontare i prezzi e ad avere una gestione più ordinata e organizzata delle attività dedicate alla “casa”, ma non solo, perché grazie all’economia domestica acquisiamo molta più consapevolezza e sensibilità sulle risorse che utilizziamo, su quanto sia importante evitare gli sprechi per noi, per il Pianeta e per il futuro di tutti. 

Economia domestica nelle scuole del Nord Europa 

L’economia domestica è stata materia di studio nelle scuole italiane fino agli anni ‘70: a tutte le giovani adolescenti, infatti, veniva insegnato a cucire, a gestire la casa, a lavare i panni, tutte cose che sicuramente avrebbero fatto da lì a breve. Una materia di studio che oggi non fa più parte del programma scolastico, almeno in Italia. Sì, perché nel Nord Europa si insegna ancora l’educazione domestica, non solo alle ragazze, ma anche ai ragazzi e proprio per superare le disparità di genere e preparare tutt* alla vita reale. Non più solo bucato e piccole riparazioni, quindi, ma l’insegnamento della gestione delle finanze familiari, dell’economia sostenibile, del consumo critico

Due esempi arrivano da Finlandia e Svezia, dove l’economia domestica viene insegnata già dalle scuole medie: un modo per dare il giusto equilibrio ai ruoli di genere, insegnando a tutti gli adolescenti a cucinare e gestire le provviste, stirare, fare le lavatrici e lavare a mano, rammendare e fare a maglia, costruire da soli degli strumenti e non sprecare acqua, cibo e denaro.

Il progetto di formazione di economia domestica di Evekeia

Oggi esistono veri e propri percorsi di formazione in economia domestica per orientarci a uno stile di vita più rispettoso e, a tal proposito, ne abbiamo parlato con Evekeia, la cooperativa sociale conosciuta nel marzo 2022 alla fiera virtuale della sostenibilità GECO EXPO. Già il nome è un invito: Evekeia, la parola che gli antichi greci usavano per intendere l’armonia delle parti di un tutto.

Con i due soci fondatori non poteva che nascere subito una grande intesa: Rosaria Rogasi è l’ideatrice del progetto e Salvatore Insolia è il presidente di Evekeia, anche se lui ama definirsi “fumettaro”. 

Ci siamo fatte raccontare da loro questo particolarissimo progetto di formazione, forse unico nel suo genere in Italia, che ha la finalità di recuperare e rimodernare i preziosi insegnamenti di una disciplina dimenticata: l’economia domestica.

Com’è nata l’idea di introdurre nelle scuole e nelle aziende l’educazione all’economia domestica per affrontare il tema della sostenibilità?

Rosaria: L’economia domestica è una disciplina trasversale che abbraccia molti campi d’azione.

Dalla cura della casa al lavoro domestico, passando per l’igiene, l’abbigliamento, l’alimentazione e la gestione economica del bilancio personale e familiare.

In Italia questa materia è scomparsa dai programmi scolastici alla fine degli anni ‘70, ma queste discipline si traducono in azioni che ognuno di noi compie tutti i giorni e che sono strettamente legate alla qualità della nostra vita, alla nostra salute, come pure al benessere dell’ambiente e della società.

Tutto questo è strettamente legato allo sviluppo sostenibile.

Vogliamo fare qualche esempio?

Salvatore: Come praticare una corretta e salubre igiene domestica? E come farlo in maniera ecologica?

Come comporre menù equilibrati, nutritivi e sostenibili per la nostra salute e l’ambiente? E quali criteri adottare per scegliere e acquistare gli alimenti in modo consapevole?

Per non parlare poi delle corrette modalità di conservazione di questi alimenti in frigo e dispensa. Indispensabili per ridurre lo spreco alimentare domestico.

Come calendarizzare e organizzare i lavori domestici? E in che modo condividerli tra familiari e conviventi?

Come prendere decisioni consapevoli in qualità di consumatore, aiutando sia l’ambiente che le proprie tasche? E quindi come analizzare i propri consumi, ottimizzarli e risparmiare?

C’era una volta l’economia domestica… oggi c’è Evekeia.

Avete da poco concluso un progetto sperimentale di Economia Domestica Sostenibile nella scuola media IC Erasmo da Rotterdam di Cisliano/Albairate, in provincia di Milano.

Ci raccontate come avete strutturato il percorso di formazione e quali obiettivi sono stati raggiunti?

Salvatore: Le insegnanti Anna Ferrigno e Chiara Riso hanno visitato il nostro stand al Geco Expo e sono state incuriosite dalla nostra realtà, unica nel suo genere. E sono state da subito interessate alla disciplina dell’economia domestica e alle nostre proposte, così ci hanno chiesto di sviluppare insieme questa proposta sperimentale.

In qualità di progetto sperimentale, in questa prima fase è stata interessata solo una classe dell’Istituto Scolastico attraverso un solo percorso attivato. In questo modo sono stati coinvolti 18 studenti e 18 nuclei familiari.

L’introduzione di un percorso di economia domestica sostenibile all’interno del percorso scolastico dei ragazzi e delle ragazze della 2A aveva l’obiettivo di sviluppare e sistematizzare nei partecipanti competenze e conoscenze sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale delle proprie scelte.

Per raggiungere questi obiettivi il coinvolgimento attivo delle famiglie degli studenti è stata considerata una condizione irrinunciabile.
Sono felice di poter dire che i risultati e i feedback dell’esperienza hanno permesso di raggiungere un obiettivo che ci eravamo posti sin dall’inizio: allargare il progetto a tutte le classi della scuola secondaria di primo grado se i risultati fossero stati buoni.

E quest’anno partiremo con tutte e sei le classi di 1° media dell’istituto comprensivo.

Siamo molto curiose di sapere che tipo di feedback avete ricevuto da studenti e genitori.

Rosaria: La mancanza di una cultura dell’economia domestica spinge le persone e le famiglie a svalutare i loro impatti e a non soffermarsi abbastanza a ragionare sulle proprie economie domestiche, sia dal punto di vista delle possibilità di risparmio sia dal punto di vista della sostenibilità delle proprie abitudini quotidiane.

Ed è per questo che il progetto pilota è stato considerato dalle famiglie (in particolare dai genitori) un’esperienza utile, interessante e creativa da ripetere ciclicamente. Il coinvolgimento di tutto il nucleo familiare e la possibilità di riflettere concretamente sulle scelte quotidiane ha aperto ai partecipanti un mondo ancora poco conosciuto in una maniera innovativa.

Il bello dell’economia domestica è che viene insegnata ai più piccoli ma coinvolge le abitudini di tutta la famiglia. E le migliora.

Rosaria: Certamente, è emerso che una corretta gestione dell’economia domestica risulta positiva a tutti i livelli, da quello economico a quello dell’impatto ambientale, passando per organizzazione e comodità.

Ad esempio, in un’esercitazione condotta sulla sostenibilità alimentare le famiglie hanno visto che la realizzazione del menù settimanale sostenibile:

  • è un metodo vincente per abbattere lo spreco alimentare
  • rende più semplice e veloce fare la spesa
  • rende la spesa meno dispersiva e dispendiosa, perché ci si concentra solo sugli alimenti sulla propria lista
  • è più rilassante, perché non costringe ogni giorno a mettersi a pensare a cosa poter cucinare

Con questo percorso di educazione domestica sostenibile si riesce a colmare un’azione alla volta il say-do gap in ambito di sostenibilità.

I vostri principali referenti al momento sono i Comuni e le scuole lombarde ma proponete anche corsi di formazione in presenza e online  per “seminare” le buone pratiche di economia domestica su tutto il territorio nazionale. Volete darci qualche dettaglio in più?

Salvatore: In generale, le conoscenze e le competenze di questa disciplina permettono di migliorare il benessere e il grado di resilienza di persone e famiglie.

Questo perché l’insegnamento dell’economia domestica ci mostra come ricercare un equilibrio tra comfort, ecologia e portafoglio. Come svolgere tutte le attività che le competono in maniera non solo organizzata ma anche sicura. Ci insegna a essere consumatori consapevoli. E aiuta a sviluppare competenze e conoscenze sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale delle proprie scelte.

Il nostro piccolo mondo tanto quanto il nostro pianeta sono affidati alle cure di ciascuno di noi.

Per prendercene cura abbiamo bisogno di competenze e conoscenze che ci permettano di poter gestire la nostra vita in maniera sostenibile a 360°.

Per questo offriamo anche servizi di consulenza online per privati, che siano singole persone, famiglie, gruppi.

Avete sviluppato anche format specifici di formazione per le imprese proprio per il ruolo strategico che rivestono all’interno delle comunità. 

Rosaria: Tutti abbiamo bisogno di competenze e conoscenze di economia domestica, anche le aziende. 

Se pensiamo alle mense aziendali, al consumo di acqua da bere, alle pulizie dei locali, ai prodotti che vengono usati nei servizi igienici e tanto altro. Senza sottovalutare anche la contaminazione positiva che può avvenire educando i propri dipendenti su questi aspetti, permettendogli di portare nella propria vita privata delle abitudini virtuose. O ancora l’idea di offrire ai dipendenti e alle loro famiglie un percorso di educazione domestica sostenibile, come è avvenuto con la scuola con il coinvolgimento delle famiglie. Oppure creare dei momenti di divertimento sostenibile con le famiglie in un’ottica di condivisione e benessere.

Sono tante le modalità in cui Evekeia può offrire servizi alle aziende per declinare la sostenibilità in azioni pratiche alla portata di tutti e migliorare benessere e qualità di vita delle persone.

Ci raccontate in che cosa consistono i servizi che proponete alle aziende e i relativi vantaggi? 

Salvatore: I nostri servizi educativi e formativi per le imprese lavorano: 

  • in ottica di Green Branding, in quanto educhiamo a buone pratiche quotidiane per contrastare il riscaldamento globale;
  • nello sviluppo di Green Skills, fornendo competenze e conoscenze trasversali nell’ambito dello sviluppo sostenibile;
  • nel Team Working, progettando percorsi di team building e wellbeing per innovare e creare benessere condiviso.

Le idee sono tante così come i progetti che state sviluppando, ce n’è uno in particolare di cui vi fa piacere dare un’anticipazione?

Rosaria: Stiamo avviando un progetto sperimentale all’interno della piattaforma social EquaZone, che nasce dalla convinzione che esista un metodo di condividere, affascinante, moderno, più relazionale, più solidale, fatto di accoglienza, libertà e reciproca fiducia.

Vogliamo far nascere una comunità – virtuale e reale, a misura locale – che sparge e divulga i semi della sostenibilità ambientale, economica e sociale, coinvolgendo le scuole, gli studenti e le famiglie.

Salvatore: Sarà un’esperienza che partirà dalle connessioni tra il programma delle materie scolastiche e l’economia domestica per giungere alle attività della vita di tutti i giorni e scoprirne risvolti inaspettati, condividere curiosità, scoperte, attività e realizzare occasioni di scambio ed economia circolare.

Non sveliamo di più adesso. Vedremo dove ci porterà questa sperimentazione e, se i risultati saranno positivi, saremo più che felici di divulgarli!

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