Too Good To Go: l’App contro gli sprechi alimentari – Intervista a Michele Martinotti

27 Luglio 2020 Sottosopra comunicazione

Too Good To Go: l’App contro gli sprechi alimentari – Intervista a Michele Martinotti

Lottiamo per creare un mondo senza sprechi. Sappiamo che ci arriveremo perché crediamo nel potere delle persone!
A
nche le piccole azioni hanno grandi conseguenze, quindi unisciti a Too Good To Go e inizia a fare la differenza da oggi!”


Con queste parole, Too Good To Go spiega chiaramente la missione alla base del progetto: ispirare e rendere tutti partecipi della lotta contro lo spreco alimentare, focalizzandosi su 4 pilastri: persone, aziende, scuole, politica.
Too Good To Go è un team di Waste Warriors appassionati che credono che ognuno di noi possa fare la differenza e rendere il mondo migliore.
Torniamo a parlare ancora una volta di sostenibilità quindi, oggi con Michele Martinotti, Head of Marketing di Too Good To Go Italy.

 

Chi è Michele Martinotti?
Ho 30 anni e mi occupo da sempre di marketing. Ho vissuto all’estero per diversi anni, soprattutto a Berlino, lavorando da Zalando. Tornato in Italia, dopo un’esperienza da Subito.it, sono arrivato a Too Good To Go dove attualmente gestisco il team marketing.

Cos’è Too Good To Go?
Un’App che mette in comunicazione commercianti che vendono cibo e utenti per ridurre al massimo gli sprechi e gli invenduti. Dal panettiere al ristorante, dall’hotel al bar. Tutti a fine giornata hanno sprechi e sulla nostra App l’utente trova l’invenduto, lo prenota e lo ritira in una Magic Box, il cui contenuto sarà svelato solo una volta ritirata. Gli invenduti cambiano ogni giorno e la varietà delle Magic Box è l’aspetto ludico e divertente per l’utente. 

Come aderiscono gli esercizi commerciali?
Direttamente dal sito, cliccando sul pulsante “ho un negozio”. Li contattiamo e li attiviamo nel giro di pochissimo tempo.

Com’è nata l’idea?
Da tre ragazzi danesi e nel 2015 è diventata realtà. Erano ospiti in un hotel e vedendo il cibo buttato nella pattumiera, decisero di farsi venire un’idea contro il food waste, e col tempo nacque l’App, da un’intuizione sul campo praticamente.
Dalla Danimarca si è espansa in 14 paesi in tutta Europa e nel 2020 arriverà negli States.

Qualche dato sullo spreco di cibo in Italia e/o nel resto del mondo?
Da uno studio di febbraio di Weight Watchers si stima che gli sprechi alimentari equivalgano in italia a 10 miliardi di euro, nel periodo precedente era ancora più alta.
In generale un terzo del cibo prodotto viene sprecato: questo non è solo un peccato ma anche uno spreco economico e di risorse utilizzate per produrre il cibo stesso, a partire dalla deforestazione per creare terreni coltivabili, o con la CO2 emessa per produzione e smaltimento.
E nonostante tante realtà che operano in questo campo, for e no proftìit, il tema spreco è enorme.

“Ridurre gli sprechi alimentari è una delle azioni più importanti che possiamo fare per contrastare il riscaldamento globale” è una citazione di CHAD FRISCHMANN, ESPERTO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO , che appare sul vostro sito. Quali azioni o attività è importante mettere in atto per far fronte a questo situazione?
Per noi il tema food waste è fondamentale soprattutto per sensibilizzare persone. C’è un potenziale enorme e Too Good To Go è una goccia nell’oceano, nonostante i 3 milioni di iscritti in Europa. Lo spreco alimentare ha un impatto sull’atmosfera dell’8% e da parte nostra è richiesto quindi uno sforzo enorme. Abbiamo fatto anche campagne in passato, piantando alberi in proporzione alle Magic Box vendute: cibo e pianeta vanno a braccetto da sempre. 

 

Cos'è Too Good To Go

Perché sprechiamo così tanto secondo te?
Le persone sono corresponsabili. La gran parte dello spreco è a livello di produzione e distribuzione. Pensiamo agli ortaggi e alla frutta: quanti ne vengono buttati perché “brutti” già solo in fase di raccolta? Il trend è “grandi quantità e grandi qualità”,
un aspetto che ha reso le persone attente ad aspetti più superficiali, come quello estetico di un pomodoro che se bruttino non viene comprato o addirittura neanche colto. Spesso anche se acquistati, finiscono nella pattumiera. Inoltre spesso non sappiamo regolarci sulla quantità di cibo acquistato e finiamo per buttarlo.

Occorre una cultura dei consumi per favorire uno sviluppo più sostenibile?
Assolutamente sì, è necessario trovare soluzioni pratiche come Too Good To Go, ma allo stesso tempo fare un lavoro di sensibilizzazione: noi nel nostro piccolo ci proviamo, con interviste a personaggi legati a questi temi. 

Come vi informate su su questi temi?
Abbiamo un dipartimento interno, The Movement che si occupa di food waste per rimanere aggiornati e preparati sul tema e poter fare anche campagne educational. È importante conoscere le policy locali ed europee.

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