Quattro amiche e un grande amore: quello per i libri – 8tto Edizioni

16 Dicembre 2019 Sottosopra comunicazione

Quattro amiche e un grande amore: quello per i libri – 8tto Edizioni

Disegnando un otto si parte e si arriva sempre nello stesso punto e nel frattempo qualcosa è cambiato ed è cominciata una storia.

Una sera di fine ottobre (grazie all’invito di un grande amico di Sottosopra Comunicazione, Cristiano Callegari) siamo state al caffè letterario Colibrì alla presentazione di un nuovo progetto tutto al femminile: 8tto Edizioni.
8tto Edizioni è una nuova casa editrice indipendente, nata a inizio anno, che si propone di portare in Italia autori anglofoni, soprattutto inglesi, scozzesi e irlandesi, piccoli casi letterari che si distinguono per un’originalità fuori dagli schemi tradizionali, aprendosi a scenari sperimentali, surreali, avanguardisti. 
Le quattro fondatrici di 8tto Edizioni sono Alessandra Barbero, Cristina Cigognini, Manola Mendolicchio e Benedetta Vassallo, amiche, ex colleghe e sognatrici che hanno lavorato per molti anni a quest’idea e che a gennaio scorso hanno deciso di realizzarlo, in quattro e quattr’otto, è proprio il caso di dire!
Il progetto ci ha incuriosito moltissimo soprattuto per la passione trapelata dalle loro parole durante l’evento e per aver dimostrato un bel coraggio a tuffarsi in un’avventura simile in un mondo, quello dell’editoria, che semplice non è. 
Abbiamo così deciso di intervistarle e le abbiamo incontrate proprio al Colibrì, per una colazione e quattro chiacchiere tra “ragazze”.
E così, di fronte a un muffin e a un buon tè, in mezzo al rumore di tazzine da caffè e chiacchiere del mattino, abbiamo parlato di sogni realizzati, di nuove avventure, di libri e… ebbene sì, anche di Bruce Springsteen!
Strano, vero?

Nell’intervista ad Alessandra, Cristina, Manola e Benedetta trovate anche tutti i riferimenti su dove trovare i libri di 8tto Edizioni e su quali social seguire la casa editrice.

Qual è l’evento scatenante che ha fatto nascere quest’idea?
L’idea c’è sempre stata, anche quando alcune di noi lavoravano insieme in una casa editrice. Mentre bevevamo il caffè, di fronte a qualche libro scartato in cui credevamo, ci ripetevamo “il giorno che avremo la nostra, questo lo pubblicheremo!”. Cristina soprattutto ci ha sempre creduto e ci ha spronato a fare altrettanto, pensando al logo o al nome che avremmo scelto.
Dal dire al fare sono passati due anni, tra matrimoni, figli, cambiamenti di vita: il progetto è rimasto in cantiere. Eravamo tranquille che avremmo saputo gestire il percorso specialmente nella parte editoriale, ma il resto della filiera (marketing, vendite, distribuzione) non era il nostro pane e questo ci ha frenato per un po’.
Fino al giorno in cui, alcune circostanze favorevoli e comuni a tutte, ci hanno portato a realizzarlo: è arrivato quel momento, quello in cui ti dici “adesso o mai più”.
Sì, è stato un processo lento, ma abbiamo lasciato che decantasse e crescesse e alla fine, in un momento perfetto per tutte, abbiamo capito che si poteva fare. Avevamo l’età e le giuste consapevolezze per crederci e trasformarlo in un progetto vincente. Quando ci siamo dette “è ora”, abbiamo iniziato a muovere i primi passi per arrivare a oggi.

E a oggi, come siete arrivate?
Dopo averlo tenuto “in incubazione” per 2 anni, dal momento della firma dal notaio (verso fine gennaio) a oggi abbiamo fatto tutto: dal logo al sito, dalla logistica, alla parte amministrativa e commerciale.
Insomma, ci diamo delle pacche sulle spalle da sole, perché sì sono serviti due anni, ma il grosso è stato realizzato nel giro di pochi mesi. Siamo state oculate e siamo rimaste coi piedi per terra: partite con due libri quest’anno (Talk! e Da dove entra la luce), ne abbiamo 4 in cantiere nel 2020.
Poche pubblicazioni ma buone con le quali avviare il tutto: dobbiamo innanzitutto capire quali sono le nostre forze e non fare l’errore di chieder loro troppo.

Poi cos’è successo?
Abbiamo mosso i primi passi per arrivare a oggi, frequentato corsi per studiare come aprire una casa editrice, alcuni ci han terrorizzato! (ridono)
I numeri che venivano fuori erano enormi e basati su investimenti considerevoli. Abbiamo incontrato varie persone, facendo “esercizi” diversi, siamo andate per la prima volta alla fiera del libro di Londra (London Book Fair), dove non eravamo mai state. È stato davvero illuminante: osservare la filiera e vedere come nasce un libro.
E poi ci siamo dedicate a un vero e proprio tour delle piccole librerie indipendenti di Londra (Cristina aveva preparato un lungo elenco) e abbiamo preso ispirazioni, idee e stimoli. Ci siamo affidate a posti piccoli con librai indipendenti che ci hanno consigliato alcuni libri, e la nostra strada ci è sembrata ancora più chiara.

Come mai avete scelto il mondo anglofono?
Per vocazione e per necessità. Io (Cristina) nutro un amore smisurato per la Gran Bretagna e per formazione universitaria conosco la letteratura britannica, quindi anche per una questione di contenimento costi: traduco dall’inglese. Uno dei punti chiave del nostro progetto è riscoprire realtà che sono state trascurate e ci siamo rese conto che nella letteratura anglofona c’è tanto, sopratutto libri scritti da donne che per anni sono rimasti nel dimenticatoio. Inoltre per le piccole realtà editoriali è molto utile crearsi una tematica forte in cui essere riconoscibili così non si rischia di perdersi. La tematica è importante così come lo è il confezionamento, il libro deve essere in tutto e per tutto un piccolo gioiello: dalla font alla grafica, nulla deve essere lasciato al caso.
L’offerta è tanta, dobbiamo diversificarci.

Com’è nato il nome 8tto Edizioni?
Una delle tematiche che trattiamo è il viaggio, inteso anche come crescita. Quindi avevamo pensato a qualcosa che avesse a che fare con le strade, ma era troppo inflazionato perciò lo abbiamo accantonato subito. Ci siamo poi soffermate sul percorso che si fa tracciando l’otto e ci è piaciuto moltissimo: disegnando un otto si parte e si arriva sempre nello tesso punto e nel frattempo qualcosa è cambiato ed è cominciata una storia.

Che caratteristiche deve avere un libro che scegliete di pubblicare?
Devono essere originali e avere qualcosa nella struttura, nella trama o nello stile che non si trovi facilmente altrove. I primi due finora pubblicati, per struttura e linguaggio, sono innovativi da queso punto di vista. Siamo attirati da tutto ciò che è dissonante o destabilizzante.
Abbiamo due diversi filoni: la riscoperta di autori lasciati in un angolo e i giovanissimi scrittori che ancora non hanno trovato spazio.
Narrativa e romanzo ma anche raccolta di racconti. Non è facile, ne stiamo leggendo molti e sono difficili da trovare o spesso, già pubblicati. Li chiamiamo gli “8 mancanti”, ma un occhio al budget dobbiamo darlo visto che siamo all’inizio, quindi sappiamo a cosa andiamo incontro.

Dove si possono trovare i vostri libri?
Diversi circuiti, da Direct Book, a Feltrinelli, Giunti e Mondadori. E poi nelle librerie indipendenti con cui abbiamo un rapporto diretto, tra Milano, Cremona, Piacenza e Pavia. Altrimenti sul nostro sito, o in versione ebook su Book Republic, e sugli store online, IBS e Amazon.

Quante altre persone lavorano al progetto con voi quattro?
Il nostro bravissimo grafico, Raffaele Anello, Alessandra Brambilla e Cristiano Callegari per la comunicazione.
Il resto lo facciamo tutto noi: siamo molto diverse una dell’altra e ci completiamo. Ognuna ha le sue peculiarità e il suo background e qualcosa da dare al progetto.

Ambizioni future?
Vogliamo diventare un caso editoriale! (ridono
Vogliamo crescere in maniera graduale e andare avanti mano a mano senza necessariamente correre. Consolidare la nostra nicchia di lettori e ampliarla col tempo. E vogliamo essere riconoscibili per loro. 

Dove possono seguirvi?
Sui nostri social, Facebook, Instagram, Twitter: lì possono trovare aggiornamenti su eventi e libri, oltre a chicche particolari per tenere vivo l’interesse intorno a un marchio emergente. 

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