FuckUp Nights: imparare sbagliando

25 Febbraio 2019
Posted in Interviste
25 Febbraio 2019 Sottosopra comunicazione

FuckUp Nights: imparare sbagliando

Le FuckUp Nights nascono in Messico nel 2012, da cinque amici che vogliono ribaltare l’interpretazione negativa del fallimento e trasformarla in una visione più positiva, uno “strumento di apprendimento”.
In che modo? Lasciando parlare professionisti e imprenditori con alle spalle uno o più casi di insuccesso, per permettere agli altri di imparare dagli errori altrui e diffondere l’idea che dietro un momento di totale sfortuna può celarsi sempre un’occasione per cambiare le carte in tavola.
Possiamo definire queste serate l’opposto degli eventi TEDx: anziché parlare di idee vincenti da diffondere, le FuckUp Nights mettono al centro errori e sconfitte da cui rialzarsi.
Il circuito in cui in Messico vennero organizzate le prime FuckUp Nights, è Impact Hub, una delle più importanti realtà di coworking di tutto il mondo. Nel 2015 grazie al network di Impact Hub (il primo cowo in Italia) e a Montserrat Fernandez Blanco (fondatrice dell’Hub in Via Paolo Sarpi), l’evento arriva anche a Milano e negli anni in oltre 300 città in tutto il mondo (tra cui anche Bari, Roma, Torino).

“Il successo non è definitivo e il fallimento non è fatale”.

La formula delle FuckUp Nights è semplice: in contesti rilassati e informali, tre storyteller salgono su un palco a raccontare le loro esperienze, di fronte a un pubblico di sconosciuti (amici presenti esclusi).
Durante la loro presentazione anziché dilungarsi troppo sui successi raggiunti, svelano come sono riusciti a rialzarsi dai colpi bassi che la vita gli ha riservato.
Se c’è una cosa che le FuckUp Nights cercano di comunicare è che molto spesso, seppur risulti difficile da credere, gli errori sono propedeutici al raggiungimento del successo soprattutto se interpretati in modo costruttivo e intelligente.

Lo scorso 13 febbraio siamo state alla FuckUp Nights vol.17 organizzata al Talent Garden Calabiana abbiamo assistito a tre interventi che ci hanno colpito, non solo per le storie ma soprattutto per il coraggio, la determinazione e il coinvolgimento con cui i tre ospiti le hanno raccontate.

Chiara Palamà, Sofia Borri, Vanni Oddera: tre speaker che hanno saputo coinvolgere il pubblico e raccontare i fallimenti da cui sono riusciti a rialzarsi, senza cadere nella retorica ma ridendoci su e infondendo, se vogliamo, anche un po’ di coraggio in alcune delle oltre 200 persone presenti in sala.
Chiara Palamà, che ha perso il lavoro dopo 15 anni da manager, si è rialzata e oggi è la co-ideatrice del “Business Design Marketing”, un nuovo approccio al marketing strategico che ribalta quello tradizionale, portando le persone al centro di ogni processo (team e clienti) e riportando ogni azienda alla guida delle proprie decisioni strategiche sul mercato.

Sofia Borri, figlia di desaparecida e rifugiata già da piccolissima, oggi è Presidente di Piano C, il primo spazio in Italia per far incontrare donne e lavoro e contrastare il disagio femminile all’interno dell’attuale mercato professionale italiano.

Vanni Oddera, oggi campione di freestyle motocross, ha dovuto superare parecchie difficoltà prima di riuscire ad affermarsi come tale.
Negli anni ha trasformato la sua passione per le moto in qualcosa che potesse aiutare gli altri. La “mototerapia”, diffusa oggi in molte città, aiuta i bambini disabili a realizzare il sogno di salire in moto e sentirsi invincibili anche solo per un giorno.

Dopo l’evento al TAG di Calabiana, affascinate e incuriosite dalle FuckUp Nights, abbiamo contattato Montserrat per farci raccontare qualcosa in più e per scoprire le origini di questo bel progetto; lei si è dimostrata subito disponibilissima a fare quattro chiacchiere, da cui abbiamo estrapolato questa piccola intervista.

Le FuckUp Nights sono arrivate in Italia nel 2015: come e quando hanno raggiunto il loro apice?
Ho contattato i ragazzi in Messico, grazie alla rete di Impact Hub di cui facevamo parte e ho proposto loro di ospitare la prima FuckUp Nights all’Hub di Via Paolo Sarpi. Due anni dopo, ho avuto la fortuna di poter ospitare Roberto Saviano durante una delle serate e ciò è servito ad attirare via via più pubblico.

Come si può partecipare come speaker agli eventi?
Non pubblicizzo molto l’evento, in realtà scelgo io stessa quali storie ospitare, attraverso un costante lavoro di scouting. È alquanto difficile, perché non è facile trovare la persona giusta, con la storia giusta e che sia in grado di raccontarla di fronte a un grande pubblico.

Come scegli quali siano le persone giuste?
Cerco persone brillanti, che colpiscano e coinvolgano chi li ascolta. Devono inoltre essere capaci di raccontare la parte più buia di loro stessi, senza avere paura di condividerla e devono riuscire a non crollare mentre lo fanno.

Le storie che scegli sono tutte a lieto fine come quelle ascoltate all’ultima FuckUp Nights di Milano?
Non necessariamente, cerco di scegliere sempre in maniera molto varia. A volte il successo per alcuni speaker è arrivato anche mesi dopo essere stati ospiti alla FuckUp Nights. Indubbiamente quelle sono le storie che creano molta empatia con il pubblico.

Ogni quanto organizzate questo evento in Italia?
Ogni due mesi circa. L’obiettivo sono 5 FuckUp Nights all’anno più una sesta “speciale”, come quella con Saviano per intenderci.

Un anticipo sulla prossima qui a Milano?
A inizio maggio (il 5 o il 6) saremo al BASE, e sempre a maggio saremo ospiti alla Wired Next Fest 2019: sono molto emozionata infatti!

Altre piccole anticipazioni?
Ci stiamo muovendo per organizzare l’evento in location sempre più grandi ed esteticamente molto belle, come il BASE appunto, ma anche la Triennale e i Bagni Misteriosi.

Un assaggio di chi potrebbe invece essere l’ospite dell’edizione “speciale”?
Sto cercando di convincere Calcutta, incrociamo le dita!

Rialzarsi non è mai facile, è vero.
È anche vero però, che a volte per trovare la forza e dare una svolta alla propria vita, occorre davvero arrivare più in fondo possibile, perché solo da lì è possibile rialzarsi.
Può sembrare paradossale, ma fallire, spesso aiuta a migliorarsi. L’importante, come ci ha detto Montserrat nel corso dell’intervista, è che “il fallimento sia spettacolare”!

Ph: the ZEN agency
Pagina Facebook FuckUp Nights


 

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