“Felici al lavoro si può”: scopriamo come con Maria Grazia Dellacasa

25 Giugno 2020
Posted in Interviste
25 Giugno 2020 Sottosopra comunicazione

“Felici al lavoro si può”: scopriamo come con Maria Grazia Dellacasa

Maria Grazia Dellacasa si occupa di coaching e mentoring per dare un supporto efficace ai suoi clienti nella gestione della loro vita lavorativa, con un approccio innovativo alla professione che nasce dalla sua curiosità innata e dall’amore per ogni forma d’arte, e per i viaggi come forma di conoscenza di altre culture ed esperienze.
È una donna pragmatica ed è un’eterna ottimista che si descrive con quattro parole chiave la dicono lunga sul suo carattere determinato: creatività, umorismo, integrità e credibilità.
L’abbiamo intervistata per saperne di più sul “come essere felici al lavoro”, e su come crescere e cambiare (in meglio!) ogni giorno.

 

Chi è Maria Grazia Dellacasa?
Una pragmatica ottimista, una coach per il lavoro. Nei miei clienti cerco di individuare la loro identità professionale, a volte nascosta, per farli stare bene al lavoro. Il mio motto è “felici al lavoro si può”.

 

Il decluttering, sfoltire i clienti che non vanno bene per noi, ne parli spesso. C’è un consiglio su come farlo al meglio?
Certamente, attraverso un veloce test: pensare ai clienti più importanti (quelli a cui dedichiamo più tempo) assegnando loro un valore che va da 1 a 5, in relazione a energia, allegria, benessere e soldi che ci portano.
Alla fine del test, se il punteggio è troppo basso, ne dedurremo che non sono clienti adatti a noi. Conclusa questa prima scrematura, occorre ragionare su quale cliente lasciare andare con la consapevolezza che, per ogni cliente lasciato, ne arriverà sicuramente un altro di maggior valore.  

 

Tu parli anche di leggerezza, ingrediente essenziale nel lavoro e nella vita.
Il decluttering è legato alla leggerezza: spesso i professionisti che seguo sono appesantiti, da questioni varie, lavorative e non. Solo se si è liberi da pesi è possibile trovare la via per star bene.
Leggerezza non va frainteso con superficialità: se si è leggeri si è lucidi e determinati e solo in quel modo si raggiungono gli obiettivi.

 

Noi siamo un’agenzia tutta al femminile e questa domanda nasce spontanea: empowerment femminile, perchè ancora ci chiamano le ragazze e le dottorine (quando non è signorine)?
Effettivamente è un po’ così e dovremmo cercare di scrollarcelo di dosso. Dovremmo volerci un po’ più bene, e su questo, le donne, a volte sono un po’ deboli.
Anche in questo caso propongo un esercizio che chi lo ha fatto si è detto soddisfatto (nel mio lavoro si lavora molto in due, il coach e il coachee). L’esercizio dei “21 giorni”, in cui suggerisco di scrivere ogni giorno 3 cose positive di noi stessi, anche banali anche “so fare la frittata, sono paziente e ho belle mani”, per esempio. Alla lunga, ci rafforza e ci può facilitare sul lavoro anche nel rapporto col denaro. Le donne spesso hanno difficoltà a fare preventivi e questo è legato a quanto ci si valorizza.
Se faccio la domanda “quanto vale il tuo lavoro?” a dieci persone, è difficile che abbiano un’idea precisa di quanto valgono che sia aderente alla realtà.

Maria Grazia dellacasa 

 

Il pudore dei soldi, come fare preventivi senza vergognarsi?
Suggerisco un altro esercizio, chiedersi “quale beneficio il nostro cliente ha dalla nostra consulenza?
Se riusciamo a visualizzare quanto siamo stati utili, la tariffa a cui avevamo pensato ci sembrerà giusta o addirittura troppo bassa. Può inoltre rivelarsi utile mettersi nei panni del cliente e chiedersi “io pagherei questa cifra per questo servizio?

 

Sul tuo sito troviamo questa frase: “Quando ti senti fermo non hai bisogno di un progetto completo e perfetto; hai bisogno di movimento, anche se non sarà ancora quello definitivo che cerchi”.
In questa fase soprattutto, è questo il suggerimento che ti senti di dare?

Decisamente, perché il movimento porta alla chiarezza. Se sto fermo senza provare, non troverò la strada.
Antonio Machado (poeta e scrittore spagnolo) dice: “i sentieri si fanno camminando” e sono perfettamente d’accordo.

Il movimento aiuta, può portarci verso direzioni diverse da quelle conosciute e sorprenderci positivamente. Un altro suggerimento che dò spesso è impariamo a metterci un altro paio di occhiali perché potrebbe aprirsi un panorama che non immaginavamo.


Insomma, con un po’ di impegno, “felici al lavoro si può”: è un obiettivo raggiungibile quindi.
Assolutamente sì, perché si deve poter essere felici al lavoro, sfera preponderante nella nostra vita, diversamente ci si deprime. Pensare sia possibile è la prima regola, il pessimismo non aiuta.
Io sono un’ottimista di natura, ma anche chi non lo è, con qualche aiutino, può arrivarci.

 

Sul sito di Maria Grazia Dellacasa e sulla sua pagina Facebook, tutte le info per ricevere una sua consulenza (anche via Skype).

 

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